Idee

Con il documento "Alla sera della vita" la Chiesa italiana dona una parola felice, davvero felice, al tema della morte e del morire, argomento oggi dominato da una sorta di fatale cupio dissolvi. L’intuizione centrale del documento, curato dall’Ufficio per la Pastorale della Salute della Cei, è che il morire è un processo e che il processo del morire è un tempo relazionale, dove si intrecciano relazioni di cura, relazioni affettive e trame dense di umanità. Oppure trame rarefatte di umanità, abbandono, accanimento o disumanizzazione. Il morente è un soggetto relazionale e non un oggetto di cura. Nel processo del morire, inteso come un tempo relazionale intenso e potenzialmente ricco, in questo movimento processuale si costruisce il portato del senso e del significato della vita terrena.

L’amore che alimenta la famiglia cristiana non può rimanere chiuso fra le mura domestiche ma è di per sé espansivo, da rivolgersi all’esterno.

Ogni coppia cristiana e ogni famiglia cristiana proclamano con la loro stessa esistenza che Dio è amore e che vuole il bene dell’umanità. La croce non è certo assente da questa comunione, così come non è assente da nessuna manifestazione d’amore. Sarebbe quindi vano e pericoloso desiderare un matrimonio che non portasse il segno della croce, né per sofferenza fisica, né per dolore morale o spirituale. Siete lì però a testimoniare che la grazia, la forza e la fedeltà di Dio danno la forza per portare la croce. Il sacramento è una fonte permanente di grazia che accompagna gli sposi per tutta la vita.

Paolo VI, Intervento al pellegrinaggio dell’Équipes Notre-Dame, mercoledì 22 settembre 1976

E' ineludibile ricostruire le condizioni per una partecipazione politica autentica, che non sia la sommatoria di paure ancestrali e di rivendicazioni corporative.

Quest’anno la Cei ha voluto suggerire per la Domenica della Parola di Dio il tema della speranza. Oggi più che mai abbiamo bisogno di chiedere alla Bibbia parole di speranza. Così il Sussidio che è stato messo a disposizione di tutte le comunità ha inteso proporre testi biblici, ma anche brani magisteriali o ecumenici e immagini artistiche, che consentano di meditare su questa virtù cristiana che è attualissima

Francesco decide di puntare sulle persone che comunicano non "solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti". Ancora una volta il modello è Gesù, il perfetto comunicatore, la cui Parola riflette il volto di Dio e va oltre il semplice vedere, coinvolgendo chi l’ascolta in un’esperienza e in un dialogo

Ciascuno a suo modo, sotto l’influsso dello Spirito, non solo può ma deve dedicarsi alla ricerca e al pensiero, deve lasciarsi plasmare da quell’agire della Parola che, se si vuole esprimere correttamente è performatore, cioè tocca, smuove, plasma e crea. Quale dono del Padre che si rivela all’umanità, quale dono del Figlio che lo ha annunciato e si è fatto dono di Parola Incarnata perché potessimo rimanere in quell’ascolto vitale che si traduce in quell’affetto che, a sua volta, genera la diaconia della Parola. Non significa un annuncio carico di altoparlanti e microfoni ma un annuncio di contagio per autentica empatia. La carica promanante da chi ne è diacono/a è tale che suscita in chi l’avvicini il profondo desiderio di emulazione, molla della nostra vita

I ragazzi della scuola secondaria Tito Livio dell’istituto comprensivo di Teolo hanno tratto una lezione importante dal un lavoro svolto in classe grazie a un'idea della loro docente di religione Gigliola Volpato. Covid... che Natale è la raccolta dei loro pensieri condivisi sull'anno appena trascorso che li ha profondamente cambiati e dove la relazioni si è dimostrata fondamentale per crescere ed esistere.

"Il Papa ci invita ad andare laddove pensiamo non ci sia alcun bisogno di andare. Dove crediamo non ci sia nulla di buono, di interessante, da vedere. Ci invita a capovolgere la prospettiva. A rileggere la storia da un altro punto di vista". Così il prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini, commenta per il Sir il messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in programma il 16 maggio 

La formazione all'impegno sociale e politico ha conosciuto, nel passato recente, grande interesse nella comunità cristiana. Attualmente i percorsi promossi da diocesi, parrocchie e associazioni non sono affatto numerosi e, soprattutto, sembra che il tema sia quasi scomparso dall'agenda... Nel nuovo volume "Aprire percorsi", frutto di una lunga ricerca, si torna a riflettere sull'argomento. Lunedì 25 gennaio dibattito on line con don Bignami, Vecchio e Stoppa. Ne parliamo con Alberto Ratti, uno dei curatori