Idee

“L’Unione Europea non deve smarrire la coscienza della sua responsabilità mondiale”. In un’intervista al Sir, mons. Mariano Crociata, vicepresidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea (Comece) spiega perché i vescovi europei e la Caritas Europa hanno unito la loro voce per chiedere all’Unione Europea, in questa delicata fase di vaccinazione, di farsi carico anche del destino dei popoli più deboli e minacciati dalla pandemia. “Del resto – osserva il vescovo -, in un mondo globalizzato, se non viene sconfitto dappertutto, tutti si rimane in qualche modo minacciati. È in gioco una coscienza europea all’altezza della sua responsabilità storica”.  

Nell’ultimo mese, in Africa, le morti causate da Covid-19 sono schizzate all’insù del 40 per cento. Parliamo di 22.300 persone che hanno perso la vita a fronte delle 16 mila dei 28 giorni precedenti. Fino al 19 febbraio, i contagi sul continente erano 3 milioni 796 mila, 100.294 i decessi.

“Il centro politico, inteso in senso partitico, è stato svuotato e tanti milioni di elettori, orfani della loro appartenenza, hanno cercato rifugio in altri lidi”. Lo scrive padre Francesco Occhetta, nell’editoriale  del giornale online della Comunità di Connessioni, in cui spiega le cause di ciò: “Dalla nascita di piccoli partiti ininfluenti alla poca attenzione verso la classe media, dalla mancanza delle riforme costituzionali alle ultime leggi elettorali che hanno premiato le ali e impedito alle forze più moderate di allearsi”.

“Una situazione emergenziale richiede che ci sia uno scatto di reni da parte di tutti, perché è in gioco il ruolo dell’Italia. Dobbiamo invertire totalmente la tendenza e penso che organizzazioni sociali e Terzo settore possano fornire un contributo importante a questo cambiamento”, afferma Antonio Di Matteo, nuovo presidente di Mcl, analizzando l’attuale situazione socio-politica del Paese

È passato un anno. Il 21 febbraio del 2020 era una giornata di sole e nulla faceva presumere ciò che si sarebbe verificato nelle ore successive. Di Coronavirus si parlava, ma la sensazione che accompagnava la parola aveva un che di lontano ed esotico, come prima erano state la Sars, la Mers o l’Ebola.

Ancora una volta, senza stancarci, noi Cristiani dobbiamo assumere con i nostri comportamenti e le nostre parole un ruolo profetico, e questo dovremo tornare a fare ogni volta che sarà necessario, cioè in ogni crisi della storia. Senza appiattirci a nostra volta su mentalità perdenti, tutte rivolte al restauro del passato o alla fretta del consumo, dobbiamo tornare a scomodare, inquietare, provocare i nostri contemporanei, offrendo loro al contempo una speranza e una vita alternativa possibile, che miri alla definitiva riconciliazione tra noi, Dio e questo povero mondo martoriato dai nostri peccati. Sì, indubbiamente avremo parecchio materiale su cui riflettere e far riflettere anche in questa Quaresima 2021