Idee

È passato un anno. Il 21 febbraio del 2020 era una giornata di sole e nulla faceva presumere ciò che si sarebbe verificato nelle ore successive. Di Coronavirus si parlava, ma la sensazione che accompagnava la parola aveva un che di lontano ed esotico, come prima erano state la Sars, la Mers o l’Ebola.

Ancora una volta, senza stancarci, noi Cristiani dobbiamo assumere con i nostri comportamenti e le nostre parole un ruolo profetico, e questo dovremo tornare a fare ogni volta che sarà necessario, cioè in ogni crisi della storia. Senza appiattirci a nostra volta su mentalità perdenti, tutte rivolte al restauro del passato o alla fretta del consumo, dobbiamo tornare a scomodare, inquietare, provocare i nostri contemporanei, offrendo loro al contempo una speranza e una vita alternativa possibile, che miri alla definitiva riconciliazione tra noi, Dio e questo povero mondo martoriato dai nostri peccati. Sì, indubbiamente avremo parecchio materiale su cui riflettere e far riflettere anche in questa Quaresima 2021

La pandemia Covid-19 conferma che le prestazioni della ex locomotiva italiana, il ricco Veneto, presenta oggi parametri del tutto assimilabili al resto del Paese. Nel desolante paesaggio dei settori in crisi, non mancano tuttavia deboli segnali di ripresa. Bankitalia: «La crisi sanitaria ha determinato un drastico calo dei ricavi che si è riflesso sulla redditività delle imprese»

Abbiamo visto scorrere davanti ai nostri occhi attoniti bare su bare per andare ad incenerirsi. Ancora una volta ceneri. I giovani si vedono privati del consueto ritmo scolastico e perfino la scuola diventa un luogo agognato. Ceneri sul loro presente e sul loro futuro. E oggi dovremmo ricevere, come di tradizione per dei credenti, ancora delle Ceneri? Siamo sicuri che il Covid-19 non abbia intaccato, quanto meno per paura, la nostra psiche? Eppure, proprio sì. Oggi le Ceneri possono e devono scendere sul nostro capo e, soprattutto, scendere dentro di noi

La rete ha bisogno di andare sempre più veloce, noi invece abbiamo bisogno di rallentare per gustare le parole e stare bene, perché le parole sono contenitori che dobbiamo riempire con cura