Nel Pnrr di Draghi c'è la riforma della non autosufficienza
Non solo interventi per le persone non autosufficienti: nel testo consegnato al Parlamento, la quinta missione (22,4 miliardi) comprende “l’avvio di una riforma organica degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti da approvarsi con apposito provvedimento legislativo entro la fine della legislatura”
Non solo interventi, investimenti e misure, ma una vera a propria “riforma organica degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti da approvarsi con apposito provvedimento legislativo entro la fine della legislatura”: è una delle novità contenute nel testo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, trasmesso ieri dal governo al Parlamento. Di disabilità e non autosufficienza si parla nella quinta missione, “Inclusione e Coesione”, che stanzia complessivamente 22,4 miliardi, e nella sesta missione, “Salute”, che stanzia complessivamente 18,5 miliardi. Tra le “riforme settoriali contenute nelle singole missioni, ci sono infatti la “legge quadro sulla disabilità” e la “riforma della non autosufficienza”.
La non autosufficienza nel Pnrr di Conte
Anche il Pnrr di Conte dedicava a non autosufficienza e disabilità un'attenzione particolare, prevedendo “l’incremento di infrastrutture e la messa a disposizione di servizi e reti di assistenza territoriale, accelerando il processo di deistituzionalizzazione attraverso percorsi di autonomia accompagnati da servizi integrati di assistenza domiciliare”. Tra gli interventi previsti, la “ristrutturazione – e dotazione di investimenti di domotica - di abitazioni da destinare a percorsi di vita indipendente di anziani non autosufficienti e persone con disabilità”, con l'obiettivo di “accelerare il processo di deistituzionalizzazione e prevenire la istituzionalizzazione attraverso percorsi di autonomia accompagnati da servizi integrati di assistenza domiciliare, realizzando anche soluzioni abitative personalizzate e dotate di supporti tecnologici avanzati”.
La riforma organica della non autosufficienza, nel nuovo Pnrr
Ora, nel testo presentato da Draghi, gli interventi e gli investimenti per la non autosufficienza diventano una “riforma”, così come richiesto dal Network Non Autosufficienza. E questa riforma viene collocata in un contesto di “integrazione” tra sociale e sanitario e inserita in “un apposito provvedimento legislativo entro la fine della legislatura”. Si legge che “nel più generale ambito sociosanitario, si affianca una componente di riforma volta alla non autosufficienza, con l'obiettivo primario di offrire risposte ai problemi degli anziani. Tale riforma affronta in maniera coordinata i diversi bisogni che scaturiscono dalle conseguenze dell'invecchiamento, ai fini di un approccio finalizzato ad offrire le migliori condizioni per mantenere o riguadagnare la massima autonomia possibile in un contesto il più possibile de-istituzionalizzato”. La missione 5, componente 2, per la quale è previsto un investimento complessivo di 1,45 miliardi, prevede infatti “specifiche linee d'intervento dedicate alle persone con disabilità e agli anziani, a partire dai non autosufficienti”. Queste consistono in “un rilevante investimento infrastrutturale, finalizzato alla prevenzione dell’istituzionalizzazione attraverso soluzioni alloggiative e dotazioni strumentali innovative che permettano di conseguire e mantenere la massima autonomia, con la garanzia di servizi accessori, in particolare legati alla domiciliarità, che assicurino la continuità dell’assistenza, secondo un modello di presa in carico sociosanitaria coordinato con il parallelo progetto di rafforzamento dell’assistenza sanitaria e della rete sanitaria territoriale previsto nella componente 6 Salute. Queste azioni previste nel più generale ambito sociosanitario, con riferimento a progetti inseriti sia nella Missione 5 che nella Missione 6, troveranno una opportuna declinazione per le specificità connesse alle condizioni degli anziani non autosufficienti, tanto da poter essere considerate l’avvio di una riforma organica degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti da approvarsi con apposito provvedimento legislativo entro la fine della legislatura”.
I livelli essenziali delle prestazioni per gli anziani
Tale riforma, “compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica e in coerenza con le Raccomandazioni della Commissione relative al semestre 2019 (CSR1) in merito al riequilibrio tra funzioni di welfare, è volta ad introdurre con provvedimento legislativo, a seguito di apposita delega parlamentare, un sistema organico di interventi in favore degli anziani non autosufficienti. Il provvedimento sarà adottato entro la scadenza naturale della legislatura (primavera 2023) ed è finalizzato alla formale individuazione di livelli essenziali delle prestazioni per gli anziani non autosufficienti nella cornice finanziaria indicata. I principi fondamentali della riforma – si previsa nel testo - sono quelli della semplificazione dell’accesso mediante punti unici di accesso sociosanitario, dell’individuazione di modalità di riconoscimento della non autosufficienza basate sul bisogno assistenziale, di un assessment multidimensionale, della definizione di un progetto individualizzato che individui e finanzi i sostegni necessari in maniera integrata, favorendo la permanenza a domicilio, nell’ottica della deistituzionalizzazione. Agli stessi fini, saranno potenziate le infrastrutture tecnologiche del sistema informativo della non autosufficienza. La Legge quadro viene anticipata da interventi specifici previsti dal PNRR – si legge ancora - inseriti sia nella Missione sanitaria, con riferimento alle progettualità che rafforzano i servizi sanitari di prossimità e l'assistenza domiciliare, che nella missione sociale, con specifico riferimento al progetto di investimento 1.1. e, in particolare, le azioni finalizzate alla deistituzionalizzazione, alla riconversione delle RSA e al potenziamento dei sevizi domiciliari per le dimissioni protette”.
Tra le riforme previste nel Pnrr di Draghi, c'è anche la “ realizzazione di una Legge quadro della disabilità”, che “semplificherà l'accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenzierà gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato”. Anche a questa – e ai diversi interventi previsti per le disabilità) sono dedicati specifici capitoli del Piano.
Gli investimenti. 300 milioni per la “riconversione delle Rsa”
Ancora, di non autosufficienza si parla nel capitolo dedicato agli investimenti, in particolare, a proposito dell'investimento 1.1 per il “sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell'istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti. L’obiettivo dell’investimento – si legge - consiste nel rafforzare e costruire infrastrutture per i servizi sociali territoriali al fine di prevenire l'istituzionalizzazione”. Tra le misure previste, “ interventi per una vita autonoma e per la deistituzionalizzazione delle persone anziane, in particolare non autosufficienti”. Come si legge, “la linea di attività più corposa del progetto (oltre 300 milioni) è finalizzata a finanziare la riconversione delle RSA e delle case di riposo per gli anziani in gruppi di appartamenti autonomi, dotati delle attrezzature necessarie e dei servizi attualmente presenti nel contesto istituzionalizzato. Gli ambiti territoriali potranno anche proporre progetti ancora più diffusi, con la creazione di reti che servano gruppi di appartamenti, assicurando loro i servizi necessari alla permanenza in sicurezza della persona anziana sul proprio territorio, a partire dai servizi domiciliari. In un caso e nell'altro, l'obiettivo è di assicurare la massima autonomia e indipendenza della persona in un contesto nel quale avviene una esplicita presa in carico da parte dei servizi sociali e vengono assicurati i relativi sostegni”.
L'investimento 1.2 sarà diretto ad “accelerare il processo di deistituzionalizzazione, fornendo servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari al fine di migliorare l'autonomia delle persone con disabilità. Gli interventi saranno centrati sull'aumento dei servizi di assistenza domiciliare e sul supporto delle persone con disabilità per consentire loro di raggiungere una maggiore qualità della vita rinnovando gli spazi domestici in base alle loro esigenze specifiche, sviluppando soluzioni domestiche e trovando nuove aree anche tramite l’assegnazione di proprietà immobiliari confiscate alle organizzazioni criminali. Inoltre, l’investimento fornirà alle persone disabili e vulnerabili dispositivi ICT e supporto per sviluppare competenze digitali, al fine di garantire loro l'indipendenza economica e la riduzione delle barriere di accesso al mercato del lavoro attraverso soluzioni di smart working”.
Chiara Ludovisi