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Con questa festa “la morte viene esorcizzata e dunque non fa più paura perché viene depotenziata, resa quasi normale, non è riconosciuta più come tale, viene ridotta allo scheletrino o alla streghetta. Se viene depotenziato ciò che per l’essere umano è il vero segno del suo limite, della sua tragedia, questo è il punto vero, non c’è più bisogno di redimere l’essere umano da questo male”, spiega l’esperto

Nessuno ha intenzione di mollare la presa. Mentre è in atto un’offensiva sanguinaria da parte di Kiev per riprendere la città di Kherson, i messaggi fra i due fronti continuano a essere incendiari e mirano a perpetrare la strategia del rischio. Per Luciano Bozzo, docente di relazioni internazionali e studi strategici all’Università di Firenze, le trattative sono al momento lontane così come possibili mediazioni.

Mentre tutti gli occhi di noi italiani sono rivolti a Roma dove si consumano giornate storiche per il varo del primo governo a guida di un presidente del Consiglio donna; mentre l’attenzione degli europei è catturata dagli sviluppi del conflitto in Ucraina dove non è ancora chiaro quale esito avranno le ostilità; mentre echi lontani continuano a giungere dall’Iran che non sopporta più le prevaricazioni inflitte dal regime degli Ayatollah, e dalla Cina dove Xi Jinping perpetua il suo potere assicurando che l’indipendenza di Taiwan ha gli anni (o i mesi?) contati; mentre gli sguardi di tutti sembrano rivolti a Est, domenica 30 ottobre è a Ovest che accade l’evento più importante e anche il più rischioso sulla scena mondiale.

“Non tutti si sono rassegnati al fatto che debba andare avanti finché una delle due parti vinca sul terreno di guerra. Dobbiamo registrare sintonia tra i due leader mondiali – Macron e Papa Francesco – che, in questi mesi, non hanno rinunciato all’ipotesi di una mediazione tra le parti. Scholz, che all’inizio era l’altro leader più possibilista per il dialogo si è sfilato nel tempo”.

Il pedagogista Tonucci ricorda Lodi e don Milani: “Il merito è previsto dalla Costituzione, ma la nostra scuola oggi è illegale, perché non sviluppa le potenzialità di ciascuno, ma è come un ospedale che cura i sani”. Giannelli (Anp): “Non c'è scandalo nel premiare i meritevoli, ma la scuola deve essere inclusiva e non selettiva, occupandosi soprattutto di chi è svantaggiato”