Per sempre con noi. La morte di due ragazzi e gli striscioni dei loro coetanei
La morte tragica di due ragazzi sconvolge tutti, c’è però una domanda che viene da quegli striscioni scritti più con le lacrime che con l’inchiostro.
“Per sempre con noi”: lo striscione con queste parole appare all’esterno della chiesa dove sono celebrati i funerali di Francesco Valdiserri investito e ucciso da un’auto il 20 ottobre a Roma mentre camminava tranquillamente con un amico lungo un marciapiede. Pochi giorni dopo, 27 ottobre, a Novi Ligure Edoardo Manesso un quindicenne che si stava recando a scuola in moto veniva investito da un’auto e moriva sul colpo.
Le parole dello striscione per Francesco sono tornate anche per lui.
Nel leggerle con gli occhi di un’amicizia repentinamente spezzata si coglie un dolore intenso, nel leggerle con gli occhi di un’amicizia che non si consuma nel tempo, si coglie un messaggio che viene dall’anima. Anche perché c’è un legame profondo e vero tra il “Tu per sempre con noi” e il “Noi per sempre con te”.
C’è quel “sempre” che si propone come una ricerca dell’essenziale.
La morte tragica di due ragazzi sconvolge tutti, c’è però una domanda che viene da quegli striscioni scritti più con le lacrime che con l’inchiostro.
È la domanda sulla morte che entra improvvisamente nella quotidianità della scuola, del passeggiare con un amico, del giocare insieme, dell’ascoltare una musica. Una morte “vicina” che irrompe, sconvolge, interroga.
Quel “sempre” scritto negli striscioni lascia intravvedere dei volti pensanti. Questi ragazzi che la morte di un amico ha scosso profondamente si interrogano sul senso della vita, sul tempo e sull’eterno.
Forse chiedono di non essere lasciati soli in questa ricerca perché con quel “sempre” non ripetono uno slogan ma dicono che l’amicizia non può essere interrotta dalla morte.
Aprono con il loro linguaggio una riflessione sul Nulla e sull’Infinito e la portano fino ai bordi di un Mistero che si è affacciato prepotentemente quando meno se lo sarebbero aspettato.
Allora l’affermazione che i ragazzi e i giovani siano da tenere lontani dal tema della morte perché li può ferire viene smentita da due striscioni.
Ancora una volta sono loro a essere una lezione per gli adulti, a chiedere loro di non rimuovere la morte illudendosi di proteggerli dal dolore, dalla paura.
Chiedono si essere aiutati a comprendere che il finito che appartiene all’uomo ha bisogno dell’Infinito. Chiedono di scavare dentro il “Tu per sempre con noi” e il “Noi per sempre con te” perché c’è in queste parole una vibrazione dell’anima. La stessa vibrazione che Cicerone, vissuto prima di Cristo, faceva risuonare in “Laelius de amicitia” con l’affermazione che la morte non può interrompere l’amicizia. Oggi sono i giovani a prendere la parola con gli striscioni per Francesco ed Edoardo.