Ucraina: mons. Kulbokas (nunzio Kiev) su sviluppi politica internazionale, “la teoria della pace non sia staccata dalla vita”
“La teoria della pace non sia staccata dalla vita”. E’ quanto afferma al Sir il nunzio apostolico a Kiev, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, commentando le ultime “notizie” sul fronte diplomatico internazionale dopo le dichiarazioni di ieri del presidente ucraino Zelensky che al giornalista inglese Piers Morgan ha detto di essere pronto a sedersi ad un tavolo con Putin e alla risposta della Russia che, pur con freddezza, ha accolto questa disponibilità.
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Dal 14 al 16 febbraio inoltre si terrà la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco durante la quale l’amministrazione del Presidente Trump potrebbe presentare un piano per porre fine al conflitto tra Ucraina e Russia. “Gli sviluppi nella situazione politica internazionale, li notiamo, ma è difficile fare le previsioni”, osserva il nunzio. “Soprattutto perché le parole contano quel che contano, ma saranno fondamentali anche le azioni, i fatti”.
Spiegando come la Chiesa sta seguendo queste evoluzioni, il nunzio aggiunge: “La Chiesa, prima di tutto, cerca di essere con Dio e con gli uomini, vale a dire si impegna a portare la speranza. Si tratta di quella speranza divina, la quale è come il motore interno per porre la vita al di sopra della morte, l’amore al di sopra della concorrenza, e ci rende tutti più fratelli, uniti contro il male e contro la guerra. Quindi la Chiesa è – e deve essere – nella sua esistenza stessa costruttrice della pace. Non si tratta di pacifismo, ma di pace, che si fonda sulla vita, sulla giustizia e sulla fraternità, e tiene conto della situazione, in modo che la teoria della pace non sia staccata dalla vita, la quale ha bisogno di essere difesa in tutti i sensi, spirituale e materiale, politico e umanitario”.