Chiesa nel mondo

Un luogo appartato dell’anima, dove incontrare Gesù. L’adorazione eucaristica perpetua è questo ed altro per le migliaia di fedeli che ad ogni ora del giorno non lasciano mai solo il corpo del Santissimo. A Roma, la si pratica in diverse chiese, una di queste è la parrocchia Natività di Nostro Signore Gesù Cristo di via Gallia, nel quartiere San Giovanni. Qui, prima dell’emergenza sanitaria, dal lunedì al sabato, dalle 7 della mattina alle 23 di sera, decine di parrocchiani garantivano la preghiera in un locale della parrocchia divenuta cappella per l’adorazione. “È uno spazio distaccato dalla chiesa, dove le persone hanno la possibilità di entrare e uscire in maniera autonoma la sera”, spiega il parroco, don Paolo Mancini. I fedeli si sono organizzati: c’è un responsabile per ogni fascia del giorno e su whatsapp comunicano gli aventuali cambi di orario perché ci sia sempre qualcuno presente.

Se Colui che si è fatto carne ha posto la sua Tenda in mezzo a noi, allora noi viviamo in un nuovo esodo permanente, quello della nostra stessa storia, della nostra cronologia insieme con Colui che si fa esodo per noi e con noi. Esodo quindi intriso di eternità

È Satana che minaccia la libertà, la felicità, la realizzazione personale e l’eterna salvezza di ogni uomo, come anche la pace tra i popoli e le nazioni e il vero progresso dell’umanità. L’adesione incondizionata a Dio e l’obbedienza a Lui ci rendono veramente liberi, perché in Dio è la nostra pace, la nostra gioia, l’autentica e duratura felicità a cui anela il nostro cuore, la realizzazione piena della nostra esistenza in questa vita terrena e nell’eternità

Colui che si ciba delle specie eucaristiche viene misticamente assimilato a Gesù, il Figlio gradito a Dio per la sua obbedienza fino alla morte sulla croce: se col peccato l’uomo rifiuta Dio e se ne allontana in cerca di una libertà effimera, diversamente mangiando del corpo e sangue del Signore ne assimila la vita e ne fa proprie le scelte. Mangiando del Corpo e Sangue di Cristo l’uomo assume in sé Dio stesso e nonostante la sua miserabile condizione di peccatore, viene reso degno di stare alla sua presenza per vivere della sua stessa vita