Il presidente dell'Unitalsi al Sir: "A luglio e agosto i pellegrinaggi si svolgeranno con aerei e pullman. Al momento non è sostenibile la possibilità di tornare a utilizzare i treni"
Chiesa nel mondo
L'Ascensione non è un andarsene in una zona lontana del cosmo, ma “completa la missione di Gesù in mezzo a noi”.
“Seguo con grandissima preoccupazione quello che sta avvenendo in Terra Santa. In questi giorni, violenti scontri armati tra la Striscia di Gaza e Israele hanno preso il sopravvento, e rischiano di degenerare in una spirale di morte e distruzione. Numerose persone sono rimaste ferite, e tanti innocenti sono morti. Tra di loro ci sono anche i bambini, e questo è terribile e inaccettabile. La loro morte è segno che non si vuole costruire il futuro, ma lo si vuole distruggere”.
Il Papa chiede che la comunità ecclesiale sappia impetrare al Padre tutte le grazie di cui le famiglie del mondo hanno bisogno.
Questa Lettera alle Famiglie vuole essere innanzitutto una supplica rivolta a Cristo perché resti in ogni famiglia umana; un invito a Lui, attraverso la piccola famiglia dei genitori e dei figli, ad abitare nella grande famiglia delle nazioni, affinché tutti, insieme con Lui, possiamo dire in verità: “Padre nostro”! Bisogna che la preghiera diventi l’elemento dominante dell’Anno della Famiglia nella Chiesa: preghiera della famiglia, preghiera per la famiglia, preghiera con la famiglia.
Giovanni Paolo II, Gratissimam sane, n.4, 2 febbraio 1994
Domani Papa Francesco lancerà un nuovo appello per la pace in Terra Santa dopo la preghiera Regina Coeli, alle ore 12.
“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”. La solennità dell’Ascensione del Signore si apre con queste parole del Vangelo di Marco che fa dipendere la salvezza anche dal nostro impegno di testimoniare il Vangelo, accompagnati dalla presenza di Gesù, asceso alla destra del Padre ma presente e operante nella sua Chiesa
“Questo tempo del quale parlate, scrivete, raccontate, è un tempo prezioso ma difficile. Sapete anche che una frase che voi dite (o non dite) può influenzare milioni di persone (come, per esempio, può accadere descrivendo gli effetti di un vaccino, o parlando in un certo modo di un avvenimento…). A voi è chiesto di fare cultura, di aiutare gli uomini e le donne a cui vi rivolgete a vivere in questa società con impegno, coraggio, facendo conoscere loro la verità”.
Per il sesto anno consecutivo, l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali (Ucs) della Cei, il Centro di ricerca Cremit dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) pubblicano insieme un volume a commento del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali
"Ci accorgiamo di essere così legati, tutti gli esseri umani, che se non si risolve il problema di tutti, non si può nemmeno risolvere quello di ciascuno. Un mondo in cui un pugno di straricchi concentra la massima parte della ricchezza, mentre milioni e milioni di esseri umani fanno i conti con la fame e la miseria estrema, non è concepibile", dice al Sir il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino
Domenica 16 maggio si celebra la 55ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. “‘Vieni e vedi’ (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono” il tema del Messaggio di Papa Francesco. Abbiamo raccolto testimonianze dall’Europa e dal mondo
“Consumare le suole…”: il giornalismo sappia riconquistare il suo ruolo nella società e nella Chiesa
È prima di tutto necessario "uscire": un gesto già non scontato nell’era del web 2.0 ed ancora più raro in questo tempo di Covid-19 dove tutto sembra richiamarci invece alla "chiusura", all’isolamento ed al distacco dagli altri. Ecco perché l’invito a "consumare la suola delle scarpe" non rappresenta una semplice espressione colorita o la nostalgica riproposizione di un lontano trapassato ma la proposta dirompente per un giornalismo che sappia riconquistare a pieno titolo il suo ruolo nella nostra società e nella Chiesa
Sarà una novena di Pentecoste speciale, quella prevista per quest’anno, con la preparazione immediata di tutto il RnS (www.rinnovamento.org) alla grande effusione dello Spirito, in programma sabato 29 e domenica 30 maggio 2021, in occasione della 43ª Convocazione nazionale dei cenacoli, gruppi e comunità del RnS.
Papa Francesco ha aperto gli Stati Generali della Natalità affermando che "senza natalità non c'è futuro. Se le famiglie ripartono, tutto riparte". "Dobbiamo mettere prima i figli, se vogliano rivedere la luce dopo il lungo inverno". Bene l'assegno unico, ma servono "riforme sociali" strutturali e di ampio respiro - soprattutto a favore delle giovani famiglie - che mettano al centro la "sostenibilità generazionale". "Che cosa ci attrae, la famiglia o il fatturato?". "Come è possibile che una donna debba provare vergogna" se rimane incinta? "I giovani non crescono grazie ai fuochi d'artificio dell'apparenza, e mantenersi giovani non viene dal farsi selfie o ritocchi, ma dal potersi specchiare un giorno negli occhi dei propri figli"
Nell’arco di una sola generazione – tra il 1964 e il 1995 – l’Italia è scesa da un tasso di fertilità del 2,65 a 1,19. E la pandemia sta facendo il resto del lavoro sporco. Al punto da far dire a Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat, che “si sta spegnendo il motore della società”. E che è assolutamente opportuno riportare al centro del dibattito pubblico la situazione demografica del Paese. È quanto certamente accadrà nel corso degli Stati generali della natalità promossi dal Forum delle associazioni familiari che si terranno a Roma il 14 maggio e che si apriranno con l’intervento inaugurale di papa Francesco. Un’occasione imperdibile per individuare le vie di fuga dall’inverno demografico che sembra condannare l’Italia a una desertificazione che mal si concilia con il desiderio di risalire la china, dopo i colpi durissimi inferti dalla pandemia sia al sistema produttivo sia alla relazionalità sociale
Quaranta anni dopo l’attentato a Giovanni Paolo II, a Roma ci sono delle cose che ancora ricordano quel 13 maggio 1981, quando Mehmet Ali Ağca alle ore 17,17 in piazza San Pietro sparò due colpi di pistola per uccidere il Papa. Tra questi sicuramente la maglietta che Karol Józef Wojtyła indossava mentre veniva colpito dai proiettili, da anni custodita in una chiesa nel quartiere Boccea della capitale, all’interno della casa Regina Mundi di Roma. “La maglietta racconta un grande evento, l'attentato a Giovanni Paolo II, quindi la sofferenza, il dolore, l’abbandono. Ma racconta anche la protezione grande e speciale di Maria che gli è stata molto vicino, infatti il proiettile lo ha ferito ma non ucciso. Racconta anche una storia di perdono grande”, le parole di suor Maria Rosaria Matranga