Chiesa nel mondo

"Siamo figli amati", e non "analfabeti di bontà". Così il Papa, nell'omelia della messa di Natale, ha tracciato l'identikit del cristiano. Da stanotte, come scrive Emily Dickinson, "la residenza di Dio è accanto alla mia". "Ogni scartato è figlio di Dio". "Il tempo che abbiamo non serve a piangerci addosso, ma a consolare le lacrime di chi soffre"

“Sono stato sorpreso. Inizialmente credevo fosse una semplice influenza, invece mi sono reso conto che era una forma virulenta di Covid. Che qualche volta, soprattutto nei primi tempi, mi ha tolto la lucidità anche se interiormente ero sempre presente”.

Le fasi della malattia in cui credeva di dover ‘consegnare la sua anima’ al Signore e l’energia, sorta da una voce, che gli diceva: coraggio! Il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e Città della Pieve, nel messaggio augurale per il Natale, affidato ai social media della arcidiocesi, confida alcuni ricordi del suo ricovero per l’infezione da covid-19 che lo ha colpito a novembre.

Natale 2020: la testimonianza da Betlemme di suor Lucia Corradin, da 18 anni in servizio presso il Caritas Baby Hospital (Cbh), l'unico ospedale pediatrico della Cisgiordania. Dal 1952 ad oggi in questo nosocomio sono nati e sono stati curati decine di migliaia di bambini. Una vera e propria "grotta vivente" - vicina a quella della Natività e a ridosso del muro che separa Israele dai Territori palestinesi - sempre aperta a tutti. Prima di ripartire per l'Italia, a metà gennaio 2021, suor Corradin affida la sua riflessione sul Natale e sul suo messaggio di liberazione

"Chi è nelle condizioni di incidere su opinioni e atteggiamenti pubblici non è detto che sia necessariamente credibile, ovvero che goda di una reputazione condivisa". È l'avvertimento di mons. Dario Edoardo Viganò, vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, che sulla perdita di credibilità della Chiesa (anche sui social) non nasconde la responsabilità del clero: "C'è stato un impoverimento culturale, fino alla fine degli anni Sessanta la levatura dei preti rappresentava per il Paese un accesso al sapere e ai diritti"

“È il primo Natale che il Signore mi concede di trascorrere in questa arcidiocesi e ringrazio perché da tutti mi sento ben accolto. Voglio ricambiare la vostra benevolenza ricordando e cercando di mettere in pratica le parole di Gesù: ‘Io sono in mezzo a voi come colui che serve'”. Ad affermarlo l’arcivescovo di Genova, mons. Marco Tasca, nel suo primo messaggio di Natale indirizzato “alla Chiesa e alla Città”. Nel testo, l’arcivescovo sottolinea: “Sto cominciando a conoscere la vita di Genova: una città grande e complessa, con una storia e un presente ammirevoli per generosità e solidarietà, una città in cui convivono tante realtà positive insieme a molti problemi”.

“Ogni Natale è diverso dagli altri e questo, in particolare, sarà probabilmente il più difficile per molti, se non per tutti. Ma un Natale meno scintillante non è un Natale meno autentico: ricerchiamo nel nostro cuore quello che conta realmente, ciò che ci rende uniti a chi amiamo, ciò che è davvero indispensabile. Come Pastori, come sacerdoti, ma prima ancora come membra di uno stesso corpo, siamo accanto alla sofferenza e alla solitudine di ciascuno per prenderne una parte, per sollevare insieme un pezzo di croce e renderla meno pesante”.

Dopo l'annuncio del riconoscimento del martirio del giudice Rosario Livatino in odium fidei, parla don Giuseppe Livatino, che ha seguito da postulatore la fase diocesana del processo di beatificazione: "Non faceva il giudice per infliggere delle pene, ma giudicava per poter riportare in qualche modo l'ordine voluto da Dio"

Il Papa ha concluso il suo tradizionale discorso natalizio alla Curia Romana con un invito a smettere di "vivere in conflitto" per tornare a "sentirci in cammino". Perché la Chiesa non va letta con categorie come  "destra e sinistra, progressisti e tradizionalisti". E non va giudicata "frettolosamente in base alle crisi causate dagli scandali". "Chi non guarda la crisi alla luce del Vangelo, si limita a fare l'autopsia di un cadavere". La riforma della Curia non è "un rattoppo di un vestito vecchio"