Idee

La notizia irrompe sui nostri telefonini nella mattinata di martedì scorso (il 30 gennaio, quando questo numero della Difesa è andato in stampa). Sette minorenni padovani indagati dalla Polizia di stato in seguito a una rissa scatenatasi tra due bande rivali tra piazza De Gasperi e la stazione ferroviaria, il 20 gennaio, durante la quale in tre sono rimasti feriti. 

Il presidente della Comece è stato ricevuto in udienza da Papa Francesco. Durante l’incontro sono stati affrontati temi di grande attualità: conflitti e pace, accoglienza migranti, prossime elezioni del Parlamento europeo. “Necessario superare gli egoismi di parte”. Il voto di giugno “è un passaggio critico”; viene messa alla prova – dice il vescovo – la possibilità di giungere a “una maggioranza che sappia guardare seriamente al futuro dell’Ue”. Ma incombe “il quesito su quanti cittadini si recheranno alle urne"

Ritorna la memoria, quella di un passato non troppo lontano che ha ripudiato la pace e non ha operato per costruirla, lasciando ad altri il compito di scatenare la guerra, le deportazioni e il genocidio. E gli altri l’hanno fatto, permettendo alle aspirazioni più alte e forse alla stessa realtà quotidiana di ecclissarsi, sfuggendo a limiti e regole. Su quelle ceneri del senso dell’umano, è sorta una giustizia internazionale a cui è chiesto anzitutto di proclamare valori e non sentenze. Una giustizia che anche oggi rimane titubante perché schernita. Eppure ci riconduce alla realtà, quella che impone di vivere insieme, pacificamente, nonostante e in presenza di diversità, modi di fare differenti, concezioni e stili di vita non certamente omogenei. Una giustizia che può prevenire l’appiattimento delle coscienze, che cancella la memoria

Si celebra il 27 gennaio il Giorno della Memoria per commemorare le vittime dell'Olocausto ma quest’anno cade in un clima surriscaldato da parole “distorte, fuori dal contesto, abusate e ribaltate”. Lo hanno più volte denunciato in questi giorni le comunità ebraiche. Mons. Ambrogio Spreafico: “Soprattutto nei tempi difficili siamo chiamati a continuare a fare passi di incontro e di dialogo. Ciò non significa essere d’accordo su tutto, ma nella differenza anche di giudizi e opinioni dobbiamo resistere alla deriva dell’impossibilità a parlarci, certi che sempre si possano trovare vie di confronto sereno e fecondo in un tempo in cui le divisioni e le contrapposizioni sembrano negare ogni dialogo sereno e costruttivo”

“Non si proceda ad una semplice manutenzione dell’attuale situazione con una revisione minima degli aspetti in questione". È quanto chiede Antonio Russo, vicepresidente nazionale delle Acli con delega al Welfare e alla Coesione territoriale, commentando il via libera del Governo al decreto legislativo attuativo della legge 33/2023 recante “Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane”. Risorse, domiciliarità dell’assistenza e sperimentazione della “prestazione universale” i principali aspetti critici