In vista di novembre, l’incertezza rimarca le differenze in Europa: tra i temporeggiatori, che aspettano le consegne future , e gli arrembanti, inclini a giocare d’anticipo
Idee
Lo aveva ideato il domenicano francese Henry Didon e il barone Pierre de Coubertin lo accolse con favore ponendolo a riferimento ideale della grande avventura sportiva
L’estate ferma il corso delle cose solo apparentemente, in realtà è una stagione foriera di cambiamenti e di trasformazioni
Quando si vorrà affrontare la questione sanitaria seriamente, si dovranno valutare con attenzione un paio di cose
Bernardo Cortese, ordinario di Diritto dell’Ue a Padova: «Occorrono scelte ambiziose, un governo di “piccolo cabotaggio” finirebbe per frammentarsi»
La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, attesa con grande entusiasmo e concepita per celebrare la grandezza della Francia e l’unità del movimento olimpico, si è trasformata in un caos chiassoso, confusionario e autocelebrativo. Quella che doveva essere una solenne celebrazione della cultura francese ha preso una piega inaspettatamente negativa, divenendo una sfilata di errori banali, accompagnata da ideologismi triti e scontati. Lo spettacolo, talvolta grottesco, ha finito per mettere in ombra i veri protagonisti, gli atleti, che avrebbero dovuto brillare come simbolo di impegno, sacrificio e passione instillando un senso di orgoglio e ispirazione nei cuori di milioni di spettatori.
Se un parroco mi dicesse che viola spesso il settimo comandamento – non rubare – penserei che ha bisogno di cure. Perché non vale lo stesso anche per il terzo?
Il Decreto legge cosiddetto “svuotacarceri” cita strutture di accoglienza non ben definite, non affronta il nodo delle lungaggini burocratiche legate al funzionamento degli organi della giustizia, non prevede nuove assunzioni per le figure educative negli istituti di pena: sono i rilievi mossi dal Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) al decreto legge cosiddetto “svuotacarceri” esprimendo preoccupazione sia “per l’approccio alla base del provvedimento sia per alcuni punti specifici contenuti nel testo”.
Suicidio assistito? “Serve piuttosto una medicina umanizzata”. Parla il palliativista Massimo Damini
"Le richieste di suicidio assistito esistono, ma sono numericamente esigue, e nella mia esperienza l’offerta di cure palliative efficaci ha sempre funzionato: nessun paziente le ha rifiutate rimanendo fermo nel suo proposito". La testimonianza del medico palliativista da 30 anni sul campo, che ai quattro requisiti stabiliti dalla Corte costituzionale ne aggiungerebbe un quinto: l'accesso alle cure palliative. "Non siamo macchine da guerra che tormentano i pazienti", ma "non possiamo abdicare al nostro ruolo di curanti", dice sottolineando invece "il dovere di riaffermare una medicina umanizzata". E assicura: "Per un medico è più difficile stare nella malattia e nella sofferenza, piuttosto che risolvere drasticamente il problema"
Gentile direttore, ho acquistato ed esposto nel balcone di casa altre due bandiere della pace.
Il nostro carissimo Marcello è mancato all’affetto dei suoi cari e a tutti noi dopo una lunga malattia. Ma non ci ha lasciato; resterà sempre con noi nella pienezza della Vita che ha abbracciato il 19 luglio scorso.
Stefano Massini Protagonista al padovano “Castello Festival” ha concesso uno dei suoi “monologhi” alla Difesa, nel camerino prima di entrare in scena con L’alfabeto delle emozioni
L’Europa punta ancora sulla presidente della Commissione. Ma l’ex ministra tedesca dovrà affrontare una serie di ostacoli per realizzare un programma senza grandi slanci
«Il primo partito che si libererà del suo candidato ottantenne vincerà le elezioni». A pronunciare questa frase, in tempi non sospetti, è stata Nikki Haley, repubblicana di ferro, già ambasciatrice Usa all’Onu, fino al 6 marzo in corsa per la nomination alla Casa Bianca, adesso sostenitrice accanita di Trump, come del resto tutto il Grand Old Party (il grande vecchio partito, come gli americani chiamato il partito Repubblicano).
Queste non sono semplici disgrazie, ma il risultato di una serie di scelte che nel tempo hanno creato un contesto dove la vita è continuamente messa in pericolo