Il ricordo di Marcello Vinci, già presidente a Padova del Movimento per la Vita. Una vita spesa per... la Vita

Il nostro carissimo Marcello è mancato all’affetto dei suoi cari e a tutti noi dopo una lunga malattia. Ma non ci ha lasciato; resterà sempre con noi nella pienezza della Vita che ha abbracciato il 19 luglio scorso.

Il ricordo di Marcello Vinci, già presidente a Padova del Movimento per la Vita. Una vita spesa per... la Vita

Marcello era nato a Padova il 23 febbraio 1960, conseguita la maturità classica al Liceo Tito Livio, si era laureato in Giurisprudenza all’Università di Padova nel 1984. Iscritto all’Ordine degli avvocati ha intrapreso da subito la professione forense collaborando anche con l’ateneo: cultore della materia presso la cattedra di Istituzioni di Diritto romano ha insegnato Metodologia Giuridica dal 1999 al 2007. Fondatore e consigliere della Camera Minorile di Padova dal 2008 è stato, quale bioeticista, membro del Comitato Etico per la Sperimentazione Clinica (Cesc) delle Province di Verona e Rovigo dall’Ottobre 2013 al Dicembre 2017. Ha fatto parte, dalla sua fondazione (1978), del Centro di Aiuto alla Vita di Padova, di cui è stato vice presidente dal 2001. Nell’aprile 2016 è stato eletto presidente del Movimento per la Vita di Padova mantenendo questa carica fino all’aprile del 2023, quando per motivi di salute, ha assunto l’incarico di vicepresidente. Nel settembre del 2021 è stato eletto componente del Collegio nazionale dei probiviri del Movimento per la Vita, carica riconfermata nel 2024 e che ha tenuto fino alla sua morte . Nell’ambito di detta attività di volontariato, si è sempre occupato dei cosiddetti temi etici, che ha analizzato e approfondito nella loro evoluzione normativa e applicativa, con particolare riferimento all’interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78), alla fecondazione assistita (legge 40/05), nonché alle problematiche concernenti il “fine vita”. Di recente, si era occupato: del consenso ai trattamenti sanitari da parte dei soggetti deboli (incapaci, minori etc); dei protocolli terapeutici con cellule staminali; dei profili etici concernenti sia la normativa in tema di unioni civili sia l’adozione di figli da parte delle coppie omosessuali (stepchild adoption); delle dibattute questioni sul piano giuridico relative alle misure di prevenzione e contrasto alla discriminazione e alla violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità (ddl Zan). Marcello è stato marito esemplare della signora Paola, padre affettuoso di Alessandro, amico appassionato e instancabile di ognuno di noi. Ha vissuto una vita intensa, ben al di là dell’impegno professionale che tanto amava. Era un signore d’altri tempi, colto, gentile. Ma ciò che colpiva maggiormente, e che destava vera ammirazione nei suoi confronti, era che lui voleva comunicarci il suo sapere mai per pura esibizione, ma sempre per offrire strumenti utili al ragionamento nello sforzo comune di giungere alla Verità. Come volontario ci ha lasciato un grande insegnamento. Facendo mie le parole del comune amico Giuseppe Anzani, dico che Marcello non dedicava semplicemente il suo tempo libero agli altri, ma in un certo senso liberava il suo tempo per dare spazio ai bisogni degli altri condividendone preoccupazioni, timori e speranze. Sembrava quasi che fosse lui ad aspettare gli altri e non gli altri a cercarlo; non lavorava solo per gli altri, ma con gli altri. Sapeva che il volontariato è fatto di gratuità, di relazioni umane, di soccorso. È stato di esempio in tutto quello che faceva. Dalle cose più semplici, come quella di marciare con il labaro del MpV e del Cav di Padova, che lui ha voluto qui vicino alla sua bara, all’ affrontare dibattiti – a volte molto accesi – su temi particolarmente delicati, o protestare con fermezza, ma mai con acrimonia, di fronte ad atti (non proprio di simpatia) verso il MpV. Indimenticabile il suo impegno per realizzare la Casa di accoglienza Maria Cristina Cella Mocellin a Saccolongo. Ha saputo accettare il dolore con straordinaria serenità senza mai far pesare le difficoltà che la sofferenza anche fisica gli procurava e ci ha fatto capire che nel volontariato per la Vita si fa una grande esperienza di libertà. In ogni occasione ricordava infatti l’ insegnamento del nostro grande maestro Carlo Casini, ovvero che la proposta del Volontariato per la Vita non deve fermarsi alle pur necessarie opere di solidarietà concreta a donne in difficoltà per una gravidanza inattesa, di cui – visti i risultati – andava fiero (in quasi 50 anni, MpV e Cav, tra bambini nati e danne assistite, hanno aiutato oltre un milione di persone!). La testimonianza concreta non basta; occorre oggi anche un grande impegno culturale che faccia riconoscere la “infinita dignità” della persona, di ogni persona. Per questo motivo il Movimento per la Vita e il Centro di Aiuto, devono moltissimo a Marcello. Spetta ora a noi raccogliere il testimone e continuare il suo lavoro. È il modo migliore per ricordarlo e per ricambiare la sua amicizia in nome di quell’umanesimo a cui si e’ ispirato durante tutta la sua vita. Un umanesimo che abbraccia tutto l’ uomo ed ogni uomo, dal concepimento alla morte naturale, dall’alba al tramonto della vita.

Ubaldo Camilotti già presidente del Movimento per la Vita di Padova

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