Chiesa nel mondo

La Giornata della memoria è “un appuntamento che impone a tutti non solo di ricordare la brutalità compiuta, ma di contrastare ogni forma di razzismo, antisemitismo e discriminazione” che “sono semi insidiosi, che riappaiono in maniera inquietante, che si nutrono di indifferenza e ignoranza, giustificano atteggiamenti e parole, sempre pericolose, come ad esempio il razzismo digitale”.

Un commosso e sentito ringraziamento per l’accoglienza riservata a quasi 2 mila bambini ucraini in fuga dalla guerra e bisognosi di cure: è stato questo l’obiettivo della visita oggi all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma della Delegazione del Consiglio panucraino delle Chiese e organizzazioni religiose.

L’arte della buona battaglia è il libro dell’ascolto silenzioso prima ancora della scrittura. È dal silenzio che nasce la parola, e in questo silenzio divenuto comunicazione si intuisce l’aiuto reale ai sofferenti, agli ultimi, a coloro che hanno perso la speranza e il senso del vivere. Don Fabio Rosini entra profondamente nel cuore della cosiddetta modernità affrontandone gli scogli, le tempeste, i naufragi e nello stesso tempo mostrando come non abbia molto senso distinguere tra antico e moderno.

“Quello che chiediamo è che si raggiunga una pace giusta. Ma per raggiungerla, l’Ucraina deve vincere questa battaglia”. È Sua Beatitudine Epifanio, metropolita di Kiev e primate della Chiesa Autocefala Ortodossa in Ucraina, a raccontare al Sir “lo stato d’animo” con cui una delegazione del Consiglio pan-ucraino delle Chiese e delle associazioni religiose ha incontrato il Papa, mercoledì 25 gennaio, prima dell’udienza generale. “Dopo il 24 febbraio abbiamo visto quanto ha fatto il Papa, provando molte volte e personalmente a raggiungere i cuori e le menti di Putin e dell’amministrazione del Cremlino, per portare il suo messaggio. Ma le loro porte sono state sempre completamente chiuse alla sua voce”

“La presenza del Papa polacco è stata un'oasi nella vita del popolo che sarà sempre ricordata e che rende sempre possibile l'apertura di nuovi orizzonti". Mons. Emilio Aranguren Echeverría pronunciò questa frase venticinque anni fa, in occasione della storica visita di Papa Giovanni Paolo II a Cuba. All’epoca, giovane vescovo, era segretario generale della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba (Cocc). E sentì con le sue orecchie Papa Wojtyla pronunciare la famosa frase: "Che il mondo si apra a Cuba e che Cuba si apra al mondo!”. Papa Wojtyla, con il suo messaggio e il suo carisma, seppe “conquistare” l’isola “della rivoluzione”, ebbe tra l’altro un lungo colloquio con il “líder máximo”

"Dobbiamo ripartire dalle fondamenta. Ogni azione comunicativa ha in sé una dinamicità propria che si esprime nello spazio e nel tempo, connettendo storie, tessendo trame di comprensione, aumentando conoscenze, rafforzando legami… Il punto di riferimento è sempre la persona che, nella comunicazione, è coinvolta in modo profondo". Parla Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei

Nessuno si salva da solo. Il messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace” è il titolo del tutorial WeCa in onda dalla mattina di mercoledì 25 gennaio 2023 sul sito www.webcattolici.it , su Youtube e su www.facebook.com/webcattolici , il primo dell’anno solare in collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

“È il cuore che ci ha mosso ad andare, vedere e ascoltare ed è il cuore che ci muove a una comunicazione aperta e accogliente. Dopo esserci allenati nell’ascolto, che richiede attesa e pazienza, nonché la rinuncia ad affermare in modo pregiudiziale il nostro punto di vista, possiamo entrare nella dinamica del dialogo e della condivisione, che è appunto quella del comunicare cordialmente”.