Chiesa nel mondo

Il rischio di perdere rischio la libertà di pregare negli spazi pubblici e anche di esprimere la propria opinione; il grande lavoro svolto dalla Chiesa per evitare alle donne di subire il dramma dell'aborto consentito, nel Regno Unito, fino a ventiquattro settimane di vita del feto; il sostegno alla coalizione che, seppur composta in maggioranza da laici, intende modificare la legislazione attuale per impedire l’interruzione della gravidanza di feti disabili fino al momento della nascita; la battaglia condotta per scongiurare l’introduzione nell'ordinamento del suicidio assistito. Temi “prolife”, di grande attualità in Gran Bretagna ed estremamente a cuore dei vescovi inglesi, di cui cui abbiamo parlato con il vescovo John Sherrington, ausiliario di Westminster, e responsabile del settore vita per la conferenza episcopale di Inghilterra e Galles

Decenni di storia e di impegno intellettuale, civile ed ecclesiale a difesa della vita nascente. Si intitola “Per ritrovare speranza” la raccolta degli scritti di Carlo Casini (1935 - 2020), fondatore e a lungo presidente del Mpv, composti dal 1981 al 2019 in occasione delle Giornate per la vita. Per lui, “il diritto a nascere è certamente la prima pietra di una nuova società più umana e più giusta”

Domenica 5 febbraio ricorre la 45ª Giornata nazionale per la vita sul tema “La morte non è mai una soluzione". Per l’antropologo Mario Pollo non siamo più capaci di ascoltare la nostra anima, mentre il rifiuto della propria creaturalità, il nichilismo e la riduzione dell’esistenza “ai meccanismi biologici che la producono” hanno oscurato “la presenza del mistero sacro della vita” e “il senso del nostro essere nel mondo”

“Noi cristiani, pur essendo fragili e piccoli, anche quando le nostre forze ci paiono poca cosa di fronte alla grandezza dei problemi e alla furia cieca della violenza, possiamo offrire un contributo decisivo per cambiare la storia. Gesù desidera che lo facciamo come il sale: ne basta un pizzico che si scioglie per dare un sapore diverso all’insieme”.

“Chi si dice cristiano deve scegliere da che parte stare”. Ne è convinto il Papa, che durante la preghiera ecumenica al mausoleo “John Garang” ha ricordato che “Gesù ci vuole operatori di pace, vuole che la sua Chiesa non sia solo segno e strumento dell’intima unione con Dio, ma anche dell’unità di tutto il genere umano”. 

“Colpiti perché siamo cristiani e non per altra ragione. Non esiste alcun diritto all’uso della violenza a motivo religioso e nemmeno civile, se non per impedire a qualcuno di commettere il male”: lo ha detto il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, celebrando questa mattina, a Gerusalemme, la Messa di riparazione per l’atto vandalico avvenuto (2 febbraio scorso) presso il Convento della Flagellazione.

Dopo l'incontro di stamattina con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate e i seminaristi presso la cattedrale di Santa Teresa, Papa Francesco saluterà anche i giovani pellegrini giunti a piedi a Juba dalla diocesi di Rumbek insieme al loro vescovo, monsignor Christian Carlassare. Il missionario comboniano racconta al Sir questi 9 giorni di cammino e descrive le sue speranze per il Sud Sudan