Papa Francesco, nella preghiera in piazza San Pietro per i migranti e i rifugiati, con i partecipanti al Sinodo, ha chiesto di "impegnarsi ad allargare i canali migratori regolari" per chi scappa da guerra e terrorismo, spesso vittima di criminali senza scrupoli che speculano sui loro sogni. "Accogliere, proteggere, promuovere e integrare" è una "responsabilità a lungo termine"
Chiesa nel mondo
Il Documento è, ancora una volta, un testo dall’alto valore pedagogico e dall’indiscussa capacità di esortazione all’agire educativo, in qualsiasi contesto di vita e coinvolgendo tutti e tutte, a qualsiasi età. Non solo le scuole e le università ma anche i nostri luoghi di lavoro e del tempo libero, le nostre parrocchie e le nostre associazioni. La storia che saremo capaci di scrivere sarà il frutto delle scelte che oggi e nei prossimi anni saremo in grado di compiere
“Stiamo vivendo, ancora una volta, purtroppo giorni drammatici, con una intensità, una violenza e un odio che non abbiamo mai visto in precedenza. Siamo sgomenti per tutto quello che è accaduto in questa ultima settimana e non possiamo fare altro, in queste circostanze così dolorose, che unirci a tutti coloro che stanno soffrendo, i nostri fratelli, le nostre sorelle, e soprattutto rivolgerci a Dio Padre”.
Quando la missione si fa insieme: l’esperienza di tre laiche della diocesi di Reggio Emilia in Madagascar. Storie diverse, ma un’unica dedizione verso gli altri. Il racconto di Anna Maria Borghi, Camilla Lugli e Giada Tirelli
Formazione di seminaristi e catechisti, costruzione dei luoghi di culto, sostegno ai media cattolici o all’educazione dei ragazzi, fino alla fornitura dei mezzi di trasporto ai missionari… Gli innumerevoli progetti delle Pom si concretizzano grazie alla Giornata missionaria del 22 ottobre
Papa Francesco ha dedicato l'udienza di oggi a Charles de Foucauld. Al termine, un appello per evitare una catastrofe umanitaria a Gaza e far tacere le armi, evitando l'allargamento del conflitto. Il 27 ottobre una Giornata di digiuno, preghiera e penitenza “per implorare la pace nel mondo”. "Continuiamo a pregare per la pace nel mondo, e non dimentichiamo di pregare per la martoriata Ucraina”
Uniti nel dono Don Stefano, don Fabio e don Domenico sono tre degli oltre 32 mila sacerdoti impegnati nelle nostre Diocesi. A loro il nostro sostegno
Da un punto di vista sacramentale il battesimo conferito senza consenso dei genitori risulterebbe valido, ma sarebbe illecito
Pace! È quello che chiediamo e che diventa impegno e responsabilità, perché non si chiede pace se nel cuore vi sono sentimenti di odio, di violenza, e non si chiede quello che non vogliamo vivere a partire da noi. Tanti “artigiani di pace” aiuteranno gli attuali, troppo pochi, “architetti” di pace, cioè chi costruisce ponti e non muri, alleanze e non conflitti. Cerchiamo pace, perché non c’è futuro con la violenza e con la spada
Oggi è il giorno della preghiera, del digiuno e dell’astinenza per la pace in Terra Santa voluto dal patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa. La presidenza Cei ha invitato tutte le diocesi italiane ad unirsi alla preghiera. A Gaza, sotto le bombe, la piccola comunità continua a pregare per la pace e la fine della guerra
"Vogliamo sostenere lo sforzo dei nostri fratelli cristiani a poter esprimere prossimità, vicinanza e amore a coloro che sono provati da una grave sofferenza. La Chiesa, e con essa la Chiesa in Italia, è sempre dalla parte dell'uomo. Quindi, non può che intervenire per alleviare le sofferenze". Così mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, sulla drammatica situazione a Gaza dopo l'inizio dei bombardamenti da parte di Israele a seguito dell'attacco di Hamas del 7 ottobre
Quante volte, afferma il vescovo di Roma “non ci curiamo dell’invito di Dio perché intenti a pensare alle nostre cose”
Ciò a cui il salmo ci sprona è a ritrovare nella stessa creazione e nella storia la volontà di bene che Dio ha sempre elargito ai suoi figli
Nella sua vita, don Hurton ha recuperato oltre 200 vittime di incidenti mortali in montagna. Davanti ad ogni cadavere si fermava in preghiera
Nuovo appello ieri all’Angelus del Papa per il popolo armeno del Nagorno Karabakh a difesa questa volta dei monasteri e dei luoghi di culto, affinché “possano essere rispettati e tutelati”. Sua Beatitudine Minassian, patriarca di Cilicia degli armeni: “Distruggere le chiese e i monasteri che si trovano in quella regione, significa voler cancellare una storia e quindi distruggere un intero popolo. Ringraziamo il Papa per aver preso questa iniziativa. Il nostro auspicio è che le sue parole possano risvegliare l’Onu e la comunità internazionale affinché agiscano a protezione della storia e della cultura di tutte le Nazioni”