Chiesa nel mondo

Alla vigilia della Pasqua e a quasi due mesi dal sisma, parla da Iskenderun il vicario apostolico dell’Anatolia, mons. Paolo Bizzeti: “Noi, nella Pasqua, ci siamo immersi da quasi due mesi, perché il terremoto è stato ed è tuttora un mistero di morte e di vita che si combattono”. Ripensando alla Via Crucis di Gesù, mons. Bizzeti indica in particolare le stazioni in cui “Gesù cade e si rialza. Non cade una volta sola ma varie volte”. “L’augurio – dice - è che tutti siano impegnati a trasformare la morte in una occasione di vita, di solidarietà, di speranza. Non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla paura della morte e dalle cadute perché insieme ci si può sempre rialzare”.

Mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca, commenta la preghiera di Papa Francesco, all'udienza generale di mercoledì 5 aprile, per le mamme dei soldati ucraini e russi, morti sul fronte. “Tutti i morti in guerra non hanno più colore, non hanno più segni distintivi. L’unico segno è il cuore grondante di sangue che grida e che si eleva a Dio perché li accolga nel suo Regno”. E aggiunge: “La voce del Papa non ha mai smesso di arrivare in Russia”. “Si può non essere d’accordo con lui, si può pensarla diversamente ma certamente si riconosce in lui un uomo vero, un uomo di Dio”

“Le nostre donne sono coraggiose. Dall’inizio della guerra hanno affrontato con grande coraggio e con forza questo momento difficile che stiamo vivendo nel paese. Ma soffrono e assomigliano davvero alla madre di Dio che è rimasta ai piedi della Croce”. E’ mons. Oleksandr Yazlovetskiy, vescovo ausiliare della diocesi di Kiev-Zhytomyr, e presidente della Caritas-Spes, a parlare delle mamme non solo dei soldati morti sul fronte, ma dei bambini uccisi, deportati, feriti. “Sto celebrando funerali”, racconta il vescovo, “e posso dire che le persone che piangono e soffrono di più, sono le mamme”.

Il Papa che dalla sua postazione si avvicina, aiutandosi con il bastone, alla pedana sopraelevata dove sono collocati i 12 ragazzi e ragazzi del carcere minorile di Casal del Marmo. Poi lava, asciuga e bacia i piedi di ciascuno. È il momento culminante della Messa in Coena Domini, presieduta e celebrata da Francesco, che torna per la seconda volta, dieci anni dopo, nell’istituto penitenziario romano scelto due settimane dopo l’elezione a papa per il rito del Giovedì Santo.

Il Papa ha dedicato l'omelia della Messa del Crisma alle due unzioni dello Spirito Santo, centrali nella vita dei sacerdoti. No alla "doppiezza clericale", alle divisioni con cui "si fa il gioco del nemico", alle cordate e alle polarizzazioni.  Un grazie corale ai sacerdoti. A quelli in crisi: "Coraggio!".

Dopo 10 anni, il pontefice torna nell'istituto minorile di Casal del Marmo, dove domani laverà i piedi a 12 ragazzi detenuti, di diverse nazionalità, “nel segno solidale della fratellanza, un invito a dir loro che 'siamo fratelli', con l’incoraggiamento a riprendere in mano la bellezza della loro vita”

Mancano poco meno di 4 mesi dall'inizio della Gmg di Lisbona 2023. Per fare il punto della situazione il Sir ha incontrato mons. Américo Aguiar, vescovo ausiliare di Lisbona e presidente della Fondazione Gmg 2023 (Comitato organizzatore locale, Col). Al 30 marzo si contano 568.201 iscritti. Di questi 43.211 sono gli italiani, secondo gruppo più numeroso dopo gli spagnoli. Sarà una Gmg sostenibile, la prima, per età di iscritti, dei nativi digitali. Al bando la carta e imballaggi

“Nessuno potrà possedere Gerusalemme in maniera esclusiva”: a ribadirlo è stato il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, al termine della processione delle Palme che si è svolta nel pomeriggio di ieri nella Città Santa, compiendo il percorso che va dalla chiesa di Betfage, alla chiesa di Sant’Anna, presso la porta dei Leoni.