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Nella notte del 2 novembre Vienna è stata duramente colpita da un molteplice attacco nei pressi della sinagoga. Il tragico episodio di matrice islamica segue di pochi giorni quelli altrettanto violenti in Francia e in altre parti del mondo .

Sarà il regalo di Natale. Per quella data il famigerato “muro di via Anelli” non ci sarà più e per una delle zone più difficili e chiacchierate della città dalla metà degli anni Settanta del secolo scorso a oggi, inizierà una nuova vita.

Nel Dpcm firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ed entrato in vigore lunedì 26 ottobre le nuove misure nazionali per contenere il contagio da Covid-19 finiscono per colpire le attività dei servizi di ristorazione: bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie possono rimanere aperti dalle ore 5 fino alle 18. Abbiamo sentito quattro esercenti: nonostante tutto, la loro è una storia di determinazione e volontà a non mollare nulla.

Uffici chiusi, vetrine ricoperte con pannelli di compensato, giorno di vacanza per alcune istituzioni, poliziotti dispiegati vicino ai seggi. Anche la Casa Bianca ha deciso di dotarsi di una barriera “non scavalcabile” per proteggere il presidente e le persone invitate a seguire con lui la notte elettorale. Gli Usa si sono preparati all’election day nei modi più disparati. Due, però, le note comuni di questo 3 novembre 2020: l’attivismo e il timore delle rivolte legate alle milizie

Una notte di paura è quella che ha vissuto l’Austria, fatta oggetto di un attacco terroristico nel cuore storico di Vienna: secondo le ultime informazioni, almeno cinque le persone sono rimate uccise (quattro passanti e un attentatore) durante un violento conflitto a fuoco, scatenato in 6 diversi punti del centro della città.