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I decenni di ateismo di Stato, dopo la Rivoluzione, hanno fatto sì che i cubani dimenticassero il significato del 25 dicembre. Ma c'è chi, come nella parrocchia Nuestra Señora del Rosario in Palma Soriano, tiene viva la tradizione religiosa. Qui il racconto del missionario fidei donum don Marco Pavan, della diocesi di Milano. "Nella comunità cristiana - afferma - si attende il Natale e ci si prepara a viverlo bene, sapendo di essere testimonianza vivente dell’incontro con il Signore Gesù"

Le festività rappresentano l’occasione per tornare nei propri villaggi d’origine visto che scuole e lavoro spesso sono lontani da casa. Anche per questa ragione la nascita di Gesù (nell’arcipelago la popolazione è in maggioranza cristiana) costituisce una grande festa. Regali semplici, messe partecipate fra canti e danze. Il presepe però è quasi sconosciuto

Il Natale "è sempre una domanda sospesa, un pendolo che ogni anno oscilla davanti a noi e ci chiede di rispondere: sì o no, sì o no. E’ una scommessa, diceva Pascal, sulla quale puntare tutte le carte, mettendosi nella condizione di perdere con la speranza di poter vincere. Ma questa domanda, da sola, può cambiare la vita già adesso". Parola dello scrittore Eraldo Affinati che riflette con noi sul Natale

La riflessione natalizia di padre Giovanni Scalese, Superiore ecclesiastico della Missione sui juris dell’Afghanistan. Per lui questo è il primo Natale in Europa, dopo gli anni trascorsi nel Paese asiatico, piombato "in una crisi umanitaria senza precedenti, tra l’indifferenza generale". Si direbbe, scrive il religioso barnabita, che "anziché veder sorgere una stella, l’Afghanistan stia sprofondando nelle tenebre piú cupe. Ma i Magi avvistarono la stella in Oriente e vennero a Betlemme per adorare il Signore. Si dice che uno di loro, Gaspare,  fosse un sovrano dell’Impero Kusana, corrispondente all’attuale Afghanistan".

Il 73% dei nuovi ricoveri è riconducibile alla variante Omicron, mentre secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie e per il direttore uscente dell’Istituto nazionale di sanità si rischia di arrivare ad un milione di nuovi contagi al giorno. Non siamo ancora ai numeri della primavera 2020, ma questa nuova ondata di casi è più difficile da gestire, perché medici e infermieri sono stanchi

Uccisioni sommarie e, arresti e persone in fuga, famiglie divise, chiese e luoghi di culto attaccati e profanati. Dal 1 febbraio, il Myanmar è sotto la morsa di un regime militare che ha preso con la forza il potere. È in questo contesto che i cristiani celebreranno quest’anno il Natale. Al Sir, la testimonianza del vescovo di Hakha, mons. Kung: “La situazione attuale del Paese non ci permette di celebrare il Natale quest'anno come di consueto. Non ci sarà, ad esempio, nessuna decorazione in casa e nelle città, nessun canto natalizio. Ma sentiamo che il significato spirituale del Natale si fa sentire ancora più potente nei nostri cuori. Gesù bambino nacque nella piccola città di Betlemme. Ed è qui e ora, nella Betlemme che è la diocesi di Hakha e il Myanmar in generale, che Gesù Bambino vuole nascere ancora”

Nella Siria in guerra da oltre 10 anni c'è una piccola comunità cristiana che si appresta a vivere il Natale. Si tratta dei fedeli dei tre villaggi ‘cristiani’ di Knayeh e Yacobieh e Gidaideh, nella provincia di Idlib, vicino al confine turco nella Siria occidentale, l’unica area controllata dai gruppi jihadisti oppositori al regime del presidente Assad. Guidati dal parroco, padre Hanna Jallouf, si ritroveranno nella loro chiesa priva di luci, di croci e di campane per festeggiare la nascita di Cristo. Padre Jallouf: "Un Natale senza luci ma con la vera Luce"

Il report di Caritas italiana sulle attività di questi mesi: raccoglie racconti e storie che partono da Lipa e dai tanti  luoghi di accoglienza lungo la Rotta Balcanica. Al 30 novembre 2021 donati oltre 1,6 milioni di euro. Il servizio civile e il volontariato nei campi profughi