La maggiore attenzione alla disabilità a scuola. Una riflessione sulla disabilità a scuola a partire dall'ultimo rapporto Istat
Per bambini e adolescenti che faticano a costruire relazioni e a sentirsi coinvolti dagli altri nella normalità, il tempo di emergenza pone ostacoli ancora più grandi lungo il loro cammino.
Una delle critiche più aspre, rivolta alla scuola durante il lungo periodo di lockdown del 2020, è stata la difficoltà di seguire gli studenti con disabilità. Molti ragazzi e i loro genitori si sono sentiti abbandonati dalle istituzioni, perché per i loro figli partecipare alle lezioni dalla loro cameretta su uno dei diversi device a disposizione era estremamente difficile, ancora di più quando non c’era un papà o una mamma vicino che li accompagnavano nel compito.
Per questi bambini e adolescenti che faticano a costruire relazioni e a sentirsi coinvolti dagli altri nella normalità, il tempo di emergenza pone ostacoli ancora più grandi lungo il loro cammino. D’altronde anche il sistema scolastico come del resto tutta la società italiana è stato colto di sorpresa dall’arrivo della pandemia e in quei mesi è stato costretto ha improvvisare soluzioni mai sperimentate prima.
Diventa, però, incoraggiante apprendere che nell’anno scolastico seguente la proposta è migliorata come rileva il recente rapporto Istat su “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità” relativo all’anno 2020-2021. Fortunatamente i periodi di sospensione della frequenza in presenza delle lezioni è stato minore, inoltre, la consapevolezza di vivere in un tempo di emergenza ha permesso una migliore organizzazione anche della didattica a distanza. Solo il 2,3% è rimasto escluso durante i periodi di Dad, rispetto al 23% dell’anno precedente. Invece il 43% è riuscito a partecipare le lezioni da remoto, mentre per un altro 38% è stato possibile accedere ai locali della scuola accompagnato dall’insegnante di sostegno insieme a un gruppo ristretto di compagni di classe anche loro in presenza (25%) o a distanza (13%). Infine un ulteriore 19% ha svolto le lezioni solamente con l’insegnante di sostegno. Anche la dotazione di dispositivi informatici è migliorata: la richiesta di un device per rimanere connesso durante il tempo della scuola è stata soddisfatta nel 99% dei casi, mentre aumenta la dotazione di postazioni informatiche nelle classi, la tecnologia può facilitare l’apprendimento di molti ragazzi con disabilità.
Certo alcune difficoltà rimangono: gli insegnanti di sostegno specializzati sono ancora in numero insufficiente (il 34% di loro non ha una preparazione specifica), inoltre la partecipazione a corsi di formazione che prevedano metodologie inclusive è ancora poco diffusa tra gli insegnanti: solo il 24% degli dei docenti di materie curriculari ha partecipato a corsi dedicate a queste tematiche e ci sono ancora molti temi da affrontare, perché la lotta all’esclusione dei ragazzi con disabilità non si esaurisce con la maggiore partecipazione alla Dad. Tuttavia un passo verso una maggiore sensibilizzazione, forse è stato compiuto.