Iscrizioni e non solo. Al momento delle iscrizioni scolastiche c’è anche la questione “ora di religione”

L’Irc contribuisce in modo tipico nella scuola di tutti, in collegamento con gli altri insegnamenti

Iscrizioni e non solo. Al momento delle iscrizioni scolastiche c’è anche la questione “ora di religione”

Si parte. Scatta il tempo per le iscrizioni all’anno scolastico 2025/26: le domande potranno essere inoltrate dalle ore 8 del 21 gennaio fino alle ore 20 del prossimo 10 febbraio.

I genitori potranno presentare le domande esclusivamente online tramite la piattaforma Unica. Il servizio è disponibile per le classi iniziali della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado statale. Anche le scuole paritarie e i percorsi di istruzione e formazione professionale che scelgono di aderire utilizzeranno la modalità telematica.

Le iscrizioni sonno un “rituale” che si ripete ogni anno e tuttavia non si tratta di un puro meccanismo, perché non sfugge l’importanza di dare peso alla scelta del percorso scolastico: si tratta infatti di indirizzare l’iter formativo dei giovani studenti, sia dei più piccoli, sia di quanti attraversano quel periodo così decisivo dell’esistenza che è l’adolescenza. La scelta della scuola diventa, all’interno delle famiglie, un momento importante di riflessione e di consapevolezza educativa.

Tra le altre cose, al momento delle iscrizioni scolastiche c’è anche la questione “ora di religione”. Ogni anno i vescovi italiani sottolineano il valore della scelta di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc). Anche quest’anno ricordano, in un messaggio, come tale insegnamento offra una possibilità decisiva, “grazie alla quale nel percorso formativo entrano importanti elementi etici e culturali, insieme alle domande di senso che accompagnano la crescita individuale e la vita del mondo. Il tutto, in un clima di rispetto e di libertà, di approfondimento e di dialogo costruttivo”.

Come noto, l’Irc, nel quadro delle finalità della scuola, offre a tutti, senza chiedere adesioni di fede, l’opportunità di conoscere e approfondire i temi legati all’esperienza religiosa umana e in particolare al cristianesimo cattolico. Offre anche – lo affermano i vescovi ricordando l’avvio del Giubileo 2025 – un’occasione di approfondire il tema della “speranza”, legato necessariamente alla ricerca di senso dell’esistenza di ciascuno. L’Irc contribuisce in modo tipico nella scuola di tutti – e in collegamento con gli altri insegnamenti: non va dimenticato che il percorso scolastico è “collegiale” – ad affrontare le domande e anche a indagare le risposte che hanno profondamente segnato la storia e la cultura del nostro Paese e non solo.

Lo fa anche, l’Irc, attingendo in modo particolare alla Bibbia, codice che ha influenzato così in profondità il nostro mondo. E’ naturalmente alla radice dell’esperienza ebraico-cristiana, ma più ancora si è intrecciato con tante diverse tradizioni, influenzando grandemente la nostra cultura.

Di Bibbia si è parlato molto anche in questi giorni, in relazione alle possibili nuove indicazioni programmatiche per le scuole italiane. Senza dubbio un recupero della memoria e della capacità di riconoscere linguaggi e temi legati alla Scrittura è importante per gli studenti italiani. Vedremo cosa riserveranno gli esperti del Ministero. Tuttavia vale la pena di ricordare che proprio l’Irc “lavora” da sempre in questa direzione, formando abilità e competenze per riconoscere le chiavi interpretative della Scrittura. In modo laico, va sottolineato. Senza tacere, certo, il valore religioso di Antico e Nuovo Testamento, ma indagando anzitutto secondo i criteri propri della scuola: ricerca, confronto, approfondimento. Un lavoro prezioso. Per tutti.

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Fonte: Sir