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Save the Children ha creato uno spazio caldo e accogliente per i piccoli rifugiati ucraini che stanno arrivando in Romania. Di Benedetto: “Sono bambini infreddoliti e spaventati, dopo giorni e giorni passati all’addiaccio, senza cibo né acqua. Alcuni sono molto piccoli"

Sono 1.390 i chilometri che separano Leopoli da Prato della Valle. Ma un filo sottile, resistente e generoso unisce le città. E le anime di chi qui vive o ci passa, di transito, alla ricerca di un futuro. Così, per esempio, nella sera di sabato 5 marzo, la comunità della parrocchia di San Camillo ha consegnato "al volo" un pasto caldo ai circa 60 bambini ucraini passati da Padova e diretti a Napoli; mentre medici e pediatri si sono messi a disposizione per una visita di controllo. Piccoli gesti dal valore umano enorme  

Il numero dei rifugiati che arrivano in Moldavia, cresce di giorno in giorno. A Chisinau, si guarda con attenzione alla situazione ad Odessa, città a pochi chilometri dalla capitale della Moldavia, dove si teme che da un momento all’altro possa essere attaccata. “Ci stiamo quindi preparando ad accogliere masse di gente che parte da lì e viene qui da noi”. È il vescovo di Chisinau, mons. Cosa, a fare al Sir il punto della situazione

Ucraini cattolici, ortodossi, ebrei, ma anche pastori afroamericani e bianchi delle tante chiese evangeliche, della Chiesa luterana e presbiteriana, assieme a leader musulmani ed indù si sono ritrovati nel cuore della cattolicità di Pittsburgh per un momento di preghiera comune, fortemente voluto dal vescovo cattolico, mons. David Zubich, che in appena quattro giorni è riuscito a riunire tutti nel nome del Dio della pace. Pittsburgh è la quarta città Usa, per numero di Ucraini: la Pennsylvania è seconda solo allo stato di New York per la numerosa presenza ucraina

È il popolo della solidarietà. Mentre sul fronte si combatte e sulle città cadono le bombe, mentre la tregua è saltata e l’avvio dei corridoi umanitari è stato rimandato, loro – volontari, operatori, suore e religiosi – non cessano di lavorare, prendendosi cura delle persone in cerca di un rifugio, distribuendo cibo e soprattutto medicinali, assistendo gli sfollati e aiutando donne e bambini ad evacuare dalle città più pericolose. Nel suo ultimo Report, Caritas Spes Ucraina fa sapere di aver assistito nell’ultimo periodo più di 2.465 persone, tra cui più di 830 bambini.

La “lista” delle città ucraine sotto assedio e a rischio di catastrofe umanitaria si allunga di giorno in giorno. L’appello oggi dell’arcivescovo greco-cattolico Sviatoslav Shevchuk perché si facciano i corridoi umanitari che consentano alla popolazione civile di spostarsi nei luoghi sicuri e ai convogli umanitari di portare viveri e solidarietà umana. “Mariupol è senza acqua”, dice preoccupata la presidente di Caritas Ucraina e a Kherson un padre basiliano fa sapere: “siamo completamente tagliati fuori dalla comunicazione. Non sappiamo cosa stia succedendo in Ucraina, quale sia la situazione"

Parla il vescovo di Odessa: “Ci sono allarmi, soprattutto di notte. Per sicurezza stiamo dormendo sotto nei rifugi. Si sa che ci sono attacchi attorno ad Odessa, ma in città, per ora e grazie a Dio, la situazione è tranquilla. Aspettiamo, aspettiamo che ci attaccano dal mare. È molto pericoloso”. È stata completamente distrutta da una bomba una parrocchia vicino a Kherson. Per fortuna, non ci sono state vittime. A Odessa, ogni parrocchia e la cattedrale sono aperte per distribuire pasti, soprattutto agli anziani rimasti soli. La città è vuota.

Ne potranno beneficiare i cittadini ucraini e le persone che in Ucraina avevano una protezione internazionale. Tra i possibili beneficiari anche gli stranieri lungosoggiornanti, ma in questo caso gli Stati potranno decidere se applicare la direttiva 55 o le leggi nazionali. Esclusi immigrati con permesso di breve periodo, tra cui gli studenti. “Follia ideologica escluderli, sono in fuga dalle bombe”