Nel 2020 ricorre il 70° anniversario della Convenzione europea dei diritti umani, “vera pietra angolare per la protezione delle persone da ogni violazione dei diritti umani”, ma anche strumento che ha contribuito a “forgiare una identità europea basata su valori condivisi che trascendono le diversità culturali”.
Chiesa nel mondo
Papa Francesco celebrerà una messa a Bari, domenica 23 febbraio alle 10.45, nell’ambito dell’incontro di riflessione e spiritualità “Mediterraneo frontiera di pace”, promosso dalla Conferenza episcopale italiana.
Il 12 dicembre, all’udienza per i membri della Congregazione delle cause dei santi di cui ricorreva il 50° anniversario dall’istituzione, suor Carla Gallinaro ha consegnato a papa Francesco, nella sala Clementina, l’«Epistolario di Francesco Faà di Bruno», del quale è postulatrice.
“Se perdiamo il senso dell’adorazione, perdiamo il senso di marcia della vita cristiana, che è un cammino verso il Signore, non verso di noi. È il rischio da cui ci mette in guardia il Vangelo, presentando, accanto ai Magi, dei personaggi che non riescono ad adorare”.
“Papa Francesco richiama ancora una volta la differenza cruciale tra cura e guarigione, dove la prima va assicurata a ciascun essere umano anche se inguaribile”. Lo afferma Alberto Gambino, presidente di Scienza & Vita, a commento del messaggio di Papa Francesco in vista della Giornata mondiale del malato dell’11 febbraio.
“Non dobbiamo cercare le vocazioni solo tra i giovani che ci sono affidati, ma dobbiamo diventare una Chiesa missionaria, dove possiamo incontrare i ragazzi che non conoscono la religione. Andare da loro e aiutarli a discernere che Dio li chiama. E forse anche tra loro ci saranno i futuri santi e sante”.
“Le parole della fede in questo tempo hanno bisogno di un’opera di restauro capace di coniugare uno splendore antico e nuovo. Spesso annunciamo la vocazione alla vita nuova come una vita felice. Il rischio, però, è di pensare ad essa come un’esistenza ‘altra’, luminosa, senza difficoltà. La felicità del Vangelo è, invece, la presenza del Signore che attraversa il quotidiano e che è fatta di esperienze buone, faticose, che sono ciò che sostiene tutta l’armonia della vita”.
“Il vostro agire sia costantemente proteso alla dignità e alla vita della persona, senza alcun cedimento ad atti di natura eutanasica, di suicidio assistito o soppressione della vita, nemmeno quando lo stato della malattia è irreversibile”.
“Riconoscere la realtà; vocazione e profezia; la preghiera; la carità; il dialogo ecumenico e la parresia”: sono questi alcuni dei percorsi possibili per “annunciare il dialogo e la pace in maniera seria, senza retorica, concretamente e rimanendo allo stesso tempo credibili”.
“La rinascita dell’umanità è cominciata dalla donna. Le donne sono fonti di vita. Eppure sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo. Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna”.
“Nella città Dio ha posto la sua tenda, e da lì non si è mai allontanato!”. Lo ha esclamato il Papa, che nell’omelia dei Vespri di fine anno, che si concludono con il canto del “Te Deum”, ha fatto notare che “la sua presenza nella città, anche in questa nostra città di Roma, non deve essere fabbricata, ma scoperta, svelata”.
È morto lunedì 30 dicembre all’età di 94 anni il cardinale Prosper Grech, dell’Ordine di Sant’Agostino, docente emerito di varie università romane e consultore della Congregazione per la dottrina della fede.
Mondo ortodosso ancora scosso e alle prese con una difficile ricomposizione dopo la concessione di autocefalia alla Chiesa ucraina da parte del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I.
“170 anni fa il beato Pio IX chiese alla Compagnia di Gesù di fondare ‘La Civiltà Cattolica’”. Lo ricorda Papa Francesco, nel chirografo per l’importante compleanno della rivista che vive, oggi come allora, di un rapporto speciale con il Pontefice.
“Che male può fare un bambinello di gesso? È così fragile e indifeso che non minaccia nessuno. Eppure la storia sembra ripetersi. Forse un atto di spavalderia di fronte agli amici oppure un gesto pensato e voluto per offendere quelli che venerano e ricordano in questi giorni il bambino di Betlemme o piuttosto un segno di fastidio per il Natale di Gesù, che nonostante tutti i surrogati non si riesce a cancellare?”.