Questa mattina don Roberto Malgesini, prete della diocesi di Como impegnato con i migranti ed in iniziative di solidarietà, è stato assassinato a Como da un senzatetto con problemi psichici.
Chiesa nel mondo
“Hanno ucciso il mio don Roberto”, “non è possibile, non è possibile. Ora come faremo?”.
Papa Francesco è continuamente “monitorato” e in Vaticano “non c’è particolare allerta, usiamo la prudenza”, anche se ha incontrato di recente il card. Luis Antonio Tagle risultato positivo al Coronavirus.
E’ da oggi online sul sito dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei il sussidio "Educare, infinito presente. La pastorale della Chiesa per la scuola”, preparato dalla Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università. Mons. Crociata: "Servono uno sguardo nuovo, un'azione pastorale unitaria e un nuovo patto educativo". Di qui l'invito a tutti gli attori del mondo della scuola a mettersi in rete
La tragedia di Lesbo al centro dell’incontro che il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente Comece, ha avuto la scorsa settimana con Papa Francesco. “In questi anni – dice l’arcivescovo al Sir - abbiamo pronunciato bellissime parole sui diritti umani e sui valori europei. C’è gente che ha creduto in quello che stavamo dicendo. Ma arrivati lì, ai confini con l’Europa, si sono accorti che quello che fino ad oggi abbiamo detto, erano solo bugie. Facciamo attenzione anche quando parliamo di identità cristiana dell’Europa perché non posso andare in Chiesa, pregare Dio e, sapendo che c’è gente che muore e soffre, non fare niente. Non è possibile”.
Se perdono e misericordia fossero “lo stile della nostra vita”, afferma il Papa, “quanta sofferenza, quante lacerazioni, quante guerre potrebbero essere evitate”.
La famiglia non è solo soggetto a cui si chiede di vivere in un certo modo, ma anche oggetto di studio e di analisi delle sue caratteristiche nel tempo, della sua evoluzione o involuzione, delle risorse e delle difficoltà.
Infine alla stessa concordia alla quale abbiamo invitato i popoli, i loro capi, le classi sociali, invitiamo pure, con animo paterno, tutte le famiglie, perché la cerchino e la consolidino. Se infatti non c’è pace, unità e concordia nelle famiglie, come potrà aversi nella società civile?
Giovanni XXIII, Lettera enciclica Ad Petri Cathedra, cap. II, 29 giugno 1959.
“La pandemia lo ha dimostrato: la salute dell’uomo non può prescindere da quella dell’ambiente in cui vive. È poi evidente che i cambiamenti climatici non stravolgono solo gli equilibri della natura, ma provocano povertà e fame, colpiscono i più vulnerabili e a volte li obbligano a lasciare la loro terra. L’incuria del creato e le ingiustizie sociali si influenzano a vicenda: si può dire che non c’è ecologia senza equità e non c’è equità senza ecologia”.
“Una vita senza la Verità con la ‘V’ maiuscola, anche se è rivestita di apparente forza in realtà è debolissima ed in balia del nulla che si maschera dietro al culto del corpo, della forza, dello sballo, dell’indifferenza, della superficialità”: il pensiero non può che andare anche alle persone accusate dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte ascoltando le parole pronunciate dal vescovo di Tivoli e di Palestrina, mons. Mauro Parmeggiani, nell’omelia per le esequie.
“Abbiamo anche noi bisogno dei visti”: è il grido rilanciato dall’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa (Aocts), dopo che il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato la notizia che decine di cristiani evangelici, provenienti dagli Usa, hanno ottenuto dei visti di ingresso in Israele per aiutare, come volontari, nella raccolta delle viti nelle colonie ebraiche in Cisgiordania.
Domenica 13 settembre la Chiesa celebra la Colletta del Venerdì Santo, che quest’anno è stata spostata a causa della pandemia. Per l'occasione il Sir ha intervistato il Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, card. Leonardo Sandri. “La Colletta di Terra Santa, in questo tempo di pandemia, - è l'auspicio del Prefetto - sia un vero e proprio pellegrinaggio di generosità concreta, vissuto con il pensiero e nella preghiera, per chiedere al Signore di avere pietà di noi in questo momento così doloroso e per ringraziarlo del sollievo che ci viene arrecato da medici, infermieri e operatori sanitari in tanti Paesi del mondo. Vogliamo, con la nostra povera offerta, aiutare i fratelli della Terra Santa”
Mentre illustra le ragioni che hanno guidato questa nuova traduzione del Messale Romano, dalla sua espressione traspare tutta la passione con cui, negli ultimi anni, ha seguito questo lavoro. Monsignor Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta, in Puglia, dal 2015 è presidente della Commissione episcopale per la liturgia della Cei e dal 2016 è membro della Congregazione vaticana per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Mons. Maniago tiene a precisare che il Messale non è “il libro del prete”: “In realtà questo libro contiene la norma per la celebrazione di tutta l’assemblea. È l’applicazione della visione, bella e importante, che scaturisce dall’ecclesiologia del Concilio Vaticano II: la responsabilità è propria del ministro ma il prete non appartiene a una classe separata, svolge un servizio alla comunità. Chi presiede la celebrazione deve guidare la comunità, all’interno di un’armonia di registri comunicativi che permette a tutti di fare nella liturgia l’esperienza dell’incontro col Signore”.
Sarà un’edizione particolare, a motivo delle normative dettate dalla pandemia, il 13° Pellegrinaggio nazionale delle famiglie per la famiglia in programma sabato 12 settembre e promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo, in collaborazione con la prelatura pontificia di Pompei, la prelatura pontificia di Loreto, l’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei e il Forum nazionale delle associazioni familiari, con il patrocinio del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.
Nel testo “Il coronavirus e la ricerca di un tempo futuro”, mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk) si ferma a guardare anche gli aspetti positivi scaturiti dalla necessità di resistere alla pandemia del Covid-19 come società civile, oltre che come singoli, e come Chiese. Bätzing fa un parallelo biblico per illustrare la possibilità che questo tempo possa essere considerato come un “Sabbat”, una pausa di riflessione che porta in sé “qualcosa da dire per il tempo a venire”.
“Nessuno può rimanere indifferente alle tragedie umane che continuano a consumarsi in diverse regioni del mondo. Tra queste ci interpellano spesso quelle che hanno come teatro il Mediterraneo, un mare di confine, ma anche di incontro di culture”.