Idee

Antonio Guadagnini. Nato a Bassano del Grappa 54 anni fa, è laureato in economia e in filosofia. Si batte da sempre per l’autogoverno del Veneto. Da vicesindaco di Crespano del grappa, ha elaborato una proposta di legge che prevedeva di assegnare ai comuni una compartecipazione al gettito Irpef pari al 20 per cento. Per sostenere tale proposta, che è stata sottoscritta da più di 400 amministrazioni comunali venete, si era costituito un movimento di sindaci, da lui coordinato.

Enrico Cappelletti. Ex Senatore con laurea in Scienze Politiche e specializzazione presso l’Università di Oxford, Cappelletti ha fondato una società che opera nel settore della sostenibilità ambientale. Ha scritto e depositato da primo firmatario sette disegni di legge, tra cui la riforma della prescrizione, il “daspo ai corrotti” e l’istituzione della Commissione di inchiesta sul dissesto delle Popolari venete.

Paolo Benvegnù. 68 anni, originario di Cessalto (Treviso) ma da tempo residente a Padova, si candida alla presidenza della Regione Veneto con la lista “Solidarietà Ambiente Lavoro” sostenuta da Rifondazione Comunista e Partito Comunista Italiano, indipendenti di sinistra e ambientalisti. Già militante di Potere Operaio e laureato in scienze politiche, Benvegnù è stato operaio nella fabbrica di corso Stati Uniti a Padova dove un tempo veniva stampato il Corriere della Sera.

Patrizia Bartelle. Nata a Cavarzere nel 1961, ha conseguito il diploma di media superiore (tecnico apistico). Si candida «per restituire la speranza di un futuro migliore» donando il suo tempo e impegno alla società civile: «Mi candido perché vorrei vi fosse maggiore attenzione al sociale e una maggiore tutela della fasce più deboli della nostra società e all’ambiente».

L'intervista. Lo sfidante a capo della coalizione di centrosinistra che punta su un Veneto capace di guardare al futuro e mettersi in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2030. L'equazione immigrazione criminalità non rende merito alla nostra storia: siamo un territorio che si fa carico delle fragilità

L'intervista. Luca Zaia corre per il suo terzo mandato da governatore del Veneto. In questa intervista ripercorre quanto fatto e affronta temi come la sanità, le infrastrutture, i migranti. "Dobbiamo aiutare chi vorrebbe figli ma non può permetterselo. Se avessimo più risorse sarebbero per gli asili nido"

La riapertura delle scuole è ormai alle porte. Ed è una necessità, un termometro di normalità: se la scuola va avanti è segno che la società è ripartita, se si blocca, tutto langue. Ma la riapertura delle scuole è una necessità anche da un punto di vista umano, di relazioni, socializzazione. Perché allora sembra così difficile dare avvio ad un anno scolastico sereno? Il punto di vista di don Cesare Contarini, rettore dell’Istituto Barbarigo di Padova e di Andrea Bergamo per anni Dirigente dell'Ufficio scolastico di Padova e Rovigo e dall’anno scorso preside dell’istituto Don Bosco di Padova. 

“Vogliamo superare questa crisi con la democrazia, la trasparenza e la partecipazione dei cittadini. La democrazia è qualcosa che non possiamo sospendere a causa del virus. Ora più che mai, abbiamo bisogno di maggiore cooperazione. I parlamenti devono collaborare e andare oltre i semplici confini nazionali per dimostrare che la democrazia non è passata di moda”. 

Secondo il Piano scuola 2020/2021, si torna in classe il 14 settembre ma alcune Regioni hanno deciso di posticipare l'avvio delle lezioni. Ad anticipare la ripresa delle attività didattiche è invece, come ogni anno, la Provincia autonoma di Bolzano dove la campanella suonerà lunedì prossimo, 7 settembre. Ma come sarà il rientro fra i banchi dopo sei mesi di chiusura? Il messaggio e l'augurio di Eraldo Affinati a ragazzi, famiglie e insegnanti. Lo scrittore e insegnante romano parla di una "grande sfida", della necessità di  progettare la "scuola del futuro" e della "lezione della fragilità". "Per un attimo - dice abbiamo compreso che non si può essere felici se l’infelicità colpisce chi sta accanto a noi"

L'emergenza coronavirus non è l'unica sfida che deve affrontare la scuola, che si prepara a riaccogliere gli studenti per le lezioni dal 14 settembre, in quasi tutte le Regioni, dopo lo stop forzato, da marzo scorso, dovuto alla pandemia. Negli anni da soggetto centrale nella società, la scuola è diventata sempre più marginale e autoreferenziale. Il Covid è stato un ciclone che ha travolto tutto, ma ha fatto riacquistare la consapevolezza dell'importanza della scuola. Sarà l'occasione per ripensarsi in chiave moderna? Ne parliamo con il responsabile di Tuttavia.eu, il sito della Pastorale della cultura dell’arcidiocesi di Palermo, per oltre quarant’anni insegnante di liceo, ora in pensione