Il pedagogista Daniele Novara scrive ai docenti italiani: “La scuola finisca di essere la Cenerentola delle istituzioni e conquisti il ruolo che le spetta: traino dello sviluppo delle nuove generazioni per il futuro di noi tutti”. Ma un'insegnante denuncia: “Ho pianto di fronte all'elenco delle regole"
Idee
Il 20 e 21 settembre gli italiani sono chiamati alle urne per il referendum sulla legge costituzionale che prevede la riduzione del numero dei parlamentari.
Una stele eretta nel luogo dell’assassinio tiene viva la memoria del giovane magistrato e nello stesso tempo rilancia la testimonianza di “un uomo normale”: entrambi credibili.
Ogni estate ne ha uno. Un motivetto ritmato e orecchiabile, che scandisce il trascorrere delle giornate più calde.
La ministra Azzolina ha scritto una lettera alla Scuola nei giorni scorsi, ricordando l’impegno del Governo in questi mesi per poter riaprire in sicurezza gli istituti scolastici.
Per molti osservatori il processo a livello mondiale è irreversibile: una parte significativa dei lavori (non tutti) si potrà svolgere indipendentemente dal luogo in cui si è fisicamente.
Uno dei problemi che emergono dalla società moderna in questo tempo sospeso caratterizzato dall’emergenza sanitaria è la mancanza di coesione sociale che si intravede nelle nostre comunità. Sembra quasi che la frammentazione, la personalizzazione, la disintermediazione dell’utente e l’egosistema abbiano preso il sopravvento sulla socialità e sulla reciprocità
Continua a salire la curva dei contagi e aumentano i focolai mentre fra attese, annunci e speranze prosegue la corsa al vaccino. Parla l'infettivologo dell'Università Cattolica: "Servono evidenze scientifiche. Un vaccino deve essere testato come efficace e sicuro a breve e a lungo termine". Nel frattempo occorre "convivere al meglio con il virus continuando ad avere comportamenti responsabili". I consigli per la scuola e l'invito alla profilassi anti-influenzale
Probabilmente quello che abbiamo visto in questi mesi non è il vero smart working. Non è quella forma di lavoro agile che esisteva prima del Covid e che in alcuni Paesi venne avviata dagli anni '90. Il nostro è uno smart working d’emergenza, bene accolto dai lavoratori e deciso unilateralmente dalle aziende nell'affanno di una drammatica crisi sanitaria. Quello che vediamo è troppo poco regolato, si inventa sulle fragili connessioni esistenti, non ha separazione fra tempi di lavoro e di vita. Dal punto di vista dell’impresa, è poco coordinato e controllato nella misurazioni delle performance (tema delicatissimo – lo si vedrà nei prossimi mesi - da un punto di vista sindacale e della privacy) sulle operazioni standardizzabili. E’ una materia tutta da definire, comprende salute e orari variabili, diritto alla disconnessione, ricadute contrattuali e sulle procedure per lavorare in team
Sullo sfondo di tutto – o in primo piano, a seconda del punto di osservazione – c'è la questione dell'andamento dei contagi che condiziona qualsiasi operazione e progetto si intenda mettere in campo. Dall'altra parte, incombe una scadenza elettorale che coinvolge potenzialmente tutti i cittadini, chiamati a votare per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, con un doppio appuntamento (e in alcuni casi triplo, laddove si vota anche per i Comuni) nelle Regioni in cui si eleggono i cosiddetti “governatori”
In un lungo documento l'analisi delle conseguenze sulla Costituzione e degli equilibri tra i diversi poteri dello Stato. Dopo il voto occorrono altre riforme, altrimenti si va verso una “democrazia autoritaria”
Alla riapertura delle scuole è necessario mettere al centro dell’agenda politica la necessità che l’attività educativa accolga tutti gli studenti, a partire dai più fragili, per disegnare nel post Covid-19 una scuola nuova, solidale e inclusiva
Contrastare ogni forma di discriminazione, rilanciare i patti educativi per tenere aperte le scuole tutto il giorno e attività differenziate secondo i bisogni di ognuno, tra le priorità sottolineate dalle organizzazioni. "Contrastare ogni forma di discriminazione"
Senza urla e strepiti, aveva reso popolare l’arte al pubblico televisivo attraverso le sue rubriche sulle piattaforme generaliste e poi anche su quelle private. Ma non solo diffusore popolare: si era impegnato, non senza screzi e polemiche, anche in politica, ma pur sempre combattendo con le sue armi culturali
Esperti ed amministratori pubblici stanno trovando le norme concrete per il nuovo anno. Siano applicate con grande, grande realismo. L’obiettivo è ripartire. Ma non perché la scuola è un parcheggio mentre i genitori lavorano o l’università un parcheggio in attesa di trovare lavoro. Dobbiamo imparare a convivere col virus, che significa, molto banalmente e molto semplicemente, adottare, tutti e ciascuno, dei comportamenti prudenti. Comportamenti che richiedono disciplina e non ci sono eccezioni per ricchi e furbi. E se i comportamenti si basano anche sull'educazione, è su questa che bisogna investire.