Idee

Due anni di vita sconvolti dal Covid, nella speranza che esca definitivamente dalle nostre esistenze e noi tutti si possa tornare allo scorrere dei giorni. Magari noioso, ma senza l’incubo che ci ha perseguitato. Questi due anni, è bene ricordarlo, hanno un peso specifico diverso a seconda delle età. È certamente così per chi di anni ne ha ben 81 o solo 18. Per non parlare dei bambini di 4 o 5 anni, cioè dell’età in cui i ricordi cominciano a consolidarsi.

La rottura c’è e sarà lunga la strada per la riconciliazione. La pandemia ha inasprito i contrasti fra due ali della società: chi approva i vaccini e chi no. Anche la vicenda che riguarda il piccolo di due anni, affetto da cardiopatia, in attesa di un intervento chirurgico, ma per il quale i genitori richiedono una trasfusione di sangue solo da persone non vaccinate contro il Covid, è la dimostrazione che qualcosa si è infranto. Secondo Mario Pollo, antropologo dell’educazione, già docente di sociologia e pedagogia all’Università Lumsa di Roma, “È evidente il mancato riconoscimento delle competenze, delle differenze e delle gerarchie sociali”. E per trarre una eredità positiva dalla pandemia non serve la rimozione ma l’innesco di un processo emotivo che coinvolga tutti.

Grande soddisfazione da parte delle associazioni e della società civile per una norma votata dalla Camera che introduce in Costituzione la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi, della biodiversità. Legambiente: “Notizia storica”. Asvis: “Italia sempre più in cammino verso l’orizzonte della sostenibilità indicato dall’Agenda 2030”

Sono moltissimi i passaggi di papa Francesco, in diretta su Raitre a “Che tempo che fa” di domenica scorsa, su cui varrebbe la pena soffermarsi. Magari non si tratta di concetti rivoluzionari, o anche solamente nuovi, ma pronunciati in quel modo e in quel contesto hanno avuto un impatto diverso, almeno su chi scrive. Una delle parole con più significato, nella prima serata italiana, è stata certamente libertà. 

Da un versante della montagna l’aumento dei turisti, dall’altro lo spopolamento degli autoctoni a causa di servizi mancanti. Per recuperare la vita serve sensibilità e saper toccare con mano ciò che ci appartiene. I mesi di reclusione hanno acuito il senso di isolamento degli abitanti delle aree montane, mettendo a nudo un processo che rischia così di essere irreversibile

Ci manca il respiro e l’Arpav consiglia di non aprire le finestre al mattino e la sera. L’emergenza polveri sottili in questo inverno sta diventando normalità e la pessima qualità dell’aria è confermata anche dal rapporto Mal’aria 2021 di Legambiente.