Fatti

Si è conclusa con un rinvio dell’interruzione dei trattamenti che tengono in vita Alfie Evans e con la concessione della cittadinanza italiana da parte della Farnesina una giornata iniziata nel peggiore dei modi, con la Corte europea dei diritti umani che aveva rigettato in mattinata il ricorso presentato dai genitori dichiarandolo inammissibile.

Calano del 4% le esecuzioni nel mondo, mentre le condanne a morte scendono da 3.117 nel 2016 a 2.591 nel 2017. Il decremento più significativo è in Africa, con la Guinea che diventa il 20° Stato abolizionista per tutti i reati nell'area sub-sahariana. Più della metà dei Paesi del mondo è abolizionista ma restano sulla lista nera con il più alto numero di condanne ed esecuzioni: Cina, Iran, Iraq, Arabia Saudita, Pakistan. Sono i dati del rapporto annuale di Amnesty international sulla pena di morte

Quattro le questioni prioritarie individuate: la partecipazione degli sfollati interni alle decisioni che li riguardano, l’implementazione di leggi e politiche nazionali in materia di dislocamento interno, l’ampliamento del numero di Stati con capacità di accoglienza, la ricerca di dati e analisi dettagliate sulla condizione degli sfollati e sulle cause strutturali della fuga

“I Paesi che aderiscono alle Nazioni Unite, e in particolare i membri del Consiglio di sicurezza, ricordino i loro doveri verso la famiglia delle nazioni. Li imploriamo, nel nome di Dio, di superare i loro disaccordi e di lavorare insieme per la pace nel mondo". L'appello di pace del Patriarcato di Mosca e sostenuto da un gruppo di Patriarchi delle Chiese ortodosse del Medio Oriente.

Il procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri ha convocato le Mamme no Pfas e ha anticipato l'apertura di un fascicolo per disastro ambientale a carico dell'azienda di Trissino ritenuta responsabile della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche che ha colpito la seconda falda acquifera d'Europa

Ci vorrebbe una forte spinta – condivisa da tutti nel mondo – per rafforzare le istituzioni dell’Onu e farne veramente un centro di potere sovranazionale. Un obiettivo difficile da progettare, se non utopistico. Per di più adesso va di moda il “sovranismo” e non è nemmeno il caso di parlarne.