Striscia di Gaza: fonti Sir, “non vogliamo un’altra guerra. Abbiamo bisogno solo di pace”
“Non vogliamo altri morti, non vogliamo un’altra guerra. Abbiamo bisogno solo di pace”: così fonti cristiane della Striscia di Gaza raccontano al Sir queste ore concitate che hanno visto un intenso scambio di fuoco tra esercito israeliano e miliziani di Hamas.
Circa 180 tra razzi e colpi di mortaio sono stati sparati, secondo i militari israeliani, verso il sud di Israele che ha risposto colpendo circa 140 postazioni nella Striscia e causando tre morti, tra cui una donna incinta e la figlia. Undici i feriti in Israele, tra cui una donna in condizioni serie. Le sirene di allarme nel sud di Israele sono suonate 125 volte e il sistema di difesa Iron Dome ha intercettato oltre 30 missili, mentre la maggioranza degli altri sono caduti in aree aperte. In risposta, l’esercito ha colpito oltre 150 obiettivi militari, tra cui “un apparato terroristico sotterraneo”. “Abbiamo sentito rombi di aerei sopra di noi e abbiamo paura”, dichiarano le fonti cristiane, che vogliono restare anonime. “Siamo molto preoccupati anche perché nelle vicinanze ci sarebbe una postazione militare di Hamas. Hanno cominciato a sparare di nuovo e a lanciare bombe e razzi. Ma non è di piombo che Gaza ha bisogno. Noi vogliamo la pace, vogliamo vivere con dignità. Chiediamo a tutti di pregare per la pace a Gaza. Che il Signore della pace ispiri i leader politici perché facciano cessare ogni spargimento di sangue”.
“La situazione è preoccupante”, ha affermato l’inviato dell’Onu per il processo di pace, Nickolay Mladenov, che ha lanciato un appello a israeliani e palestinesi perché si fermino e riportino la calma. Intanto dopo una riunione notturna il premier Benyamin Netanyahu e il ministro della difesa, Avigdor Lieberman, hanno deciso di inviare altri soldati intorno alla Striscia nel sud di Israele e di richiamare riservisti addetti al sistema di difesa Iron Dome. Ulteriori misure sono state prese per la popolazione delle aree intorno a Gaza. Fonti militari israeliane hanno dichiarato di aver colpito almeno 20 postazioni militari di Hamas, tra cui una fabbrica per componenti per i tunnel, un’area usata dal comando navale di Hamas, un deposito di armi e una posto di raccolta per ufficiali a Khan Younis. Da parte sua Hamas ha accusato Israele di voler sabotare, con l’attuale situazione, i colloqui in corso per una lunga tregua, mediati da Onu ed Egitto.