Firmata una tregua tra la giunta militare e un gruppo ribelle. Card. Bo, “uno spiraglio di pace. Basta con la guerra”

È stato raggiunto e firmato un accordo formale per il cessate-il-fuoco tra la giunta militare golpista e l’Esercito dell’Alleanza nazionale democratica (Mndaa), un gruppo etnico ribelle attivo nel nord-est del Paese asiatico. L’annuncio della tregua – di cui però non sono stati dati dettagli -  è stato dato dalla Cina, che sta mediando tra le parti. Card. Bo: “Gli accordi di pace sono sempre benvenuti. Non c'è sinfonia di pace e stabilità in Myanmar senza che tutte le parti interessate, sia statali che non statali, depongano le armi”.

Firmata una tregua tra la giunta militare e un gruppo ribelle. Card. Bo, “uno spiraglio di pace. Basta con la guerra”

“Uno spiraglio di pace”. Così il card. Charles Bo, arcivescovo di Yangon e presidente dei vescovi del Myanmar, raggiunto dal Sir ha commentato l’accordo formale per il cessate-il-fuoco raggiunto e firmato tra la giunta militare golpista e l’Esercito dell’Alleanza nazionale democratica (Mndaa), un gruppo etnico ribelle attivo nel nord-est del Paese asiatico. L’annuncio della tregua è stato dato dalla Cina, che sta mediando tra le parti. “Grazie alla mediazione e agli sforzi della Cina, le due parti hanno raggiunto e firmato un accordo formale di cessate il fuoco, ponendo fine ai combattimenti a partire dalla mezzanotte del 18 gennaio 2025”, ha dichiarato Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese, durante una conferenza stampa a Pechino, riferendosi all’Mndaa e all’esercito birmano. Non sono stati forniti dettagli sui termini dell’accordo. “La Cina è pronta a promuovere attivamente i negoziati di pace e a fornire sostegno al processo di pace nel nord del Myanmar”, ha aggiunto Mao.

Eminenza, quanto è importante o rilevante questo accordo per una pace duratura in Myanmar?

Gli accordi di pace sono sempre benvenuti. Non c’è sinfonia di pace e stabilità in Myanmar senza che tutte le parti interessate, sia statali che non statali, depongano le armi. Ho sempre sostenuto che sette decenni di conflitto non hanno prodotto nulla, se non ferite viscerali nelle comunità.

Generazioni del nostro popolo sono morte senza sperimentare la pace.

A Lashio, il conflitto è stato brutale ed ha ucciso centinaia di persone e ne ha sfollate migliaia. Grazie a Dio c’è uno spiraglio di pace. Le necessità più urgenti ora sono l’assistenza umanitaria agli sfollati e a coloro che cercano di tornare.

Di cosa ha bisogno la pace per essere reale?

La pace è sempre il prodotto della giustizia. Questa è la posizione della Chiesa cattolica.

Tutte le rivendicazioni devono essere affrontate e tutte le parti devono deporre le armi e tornare al tavolo per la riconciliazione. L’ASEAN ha una tabella di marcia per la riconciliazione e il ritorno alla normalità. Il conflitto durato quattro anni ha portato enormi sofferenze alla nostra gente. Abbiate pietà di loro, fateli tornare a casa e lavorare per la ricostruzione.

Quanto è importante una “cessazione delle ostilità” per le persone, specialmente nelle regioni ad alta tensione come lo Stato di Kachin, devastato dalla guerra, nel Myanmar settentrionale?

Questo paese ha così tanti gruppi armati e la loro lotta continua. Questo spiraglio democratico è una luminosa scia di speranza. Il conflitto nel Kachin è prolungato e la guerra è dovuta alle risorse. Senza una gestione delle risorse trasparente e basata sulla comunità, una pace duratura è un sogno. Le diocesi Kachin sono enormemente colpite. Migliaia di persone sono fuggite. Una regione ricca di risorse vede migliaia di persone morire di fame. Esorto tutti gli attori statali e non statali a deporre le armi e ad avere il coraggio di investire nella pace. Basta e basta con la guerra.

Il Papa ricorda sempre il Myanmar nelle sue preghiere. Vuole unire la sua voce a quella del Papa per un appello alla pace?

Il Papa ha insistito nel suo appello alla pace. Le sue numerose preghiere dell’Angelus erano incentrate sulla pace e sulla riconciliazione. La sua voce continua a levarsi per il popolo del Myanmar. Conosce le nostre lacrime, la sofferenza del nostro popolo e il suo cuore compassionevole continua a supportare il Myanmar. Ancor prima del nostro appello, Papa Francesco solleverà sicuramente il suo appello per una pace duratura in Myanmar.

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Fonte: Sir