I testi della Via Crucis del Colosseo il Venerdì Santo, scritti da suor Eugenia Bonetti. “Quale squilibrio può creare questa violenza nella vita di tante giovani che sperimentano solo il sopruso, l’arroganza e l’indifferenza di chi, di notte e di giorno, le cerca, le usa, le sfrutta per poi buttarle nuovamente sulla strada in preda al prossimo mercante di vite!”
Chiesa nel mondo
Un appello a farsi carico dei "nuovi crocifissi" di oggi e dei "troppi calvari sparsi per il mondo". A lanciarlo è suor Eugenia Bonetti, nelle meditazioni scritte per la Via Crucis su incarico del Papa. Le storie di madri, bambini, migranti, vittime delle tratta e di trafficanti senza scrupoli, mentre noi ci rintaniamo nelle nostre "cittadelle blindate", sono un invito a farsi carico di queste "vie dolorose" rompendo il circolo colpevole del silenzio, dell'ipocrisia e dell'indifferenza. Tutti siamo responsabili, ognuno di noi può fare qualcosa. Soprattutto le donne
Nell’imminenza della celebrazione della Pasqua, il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, lancia un appello per la Colletta di Terra Santa, fissata per tradizione il giorno di Venerdì Santo. "Cerchiamo di essere veramente cristiani che cercano la conversione. Facciamolo attraverso la preghiera, la meditazione, il ricordo dei luoghi santi e la solidarietà concreta verso i nostri fratelli cristiani della Terra Santa"
“Il vescovo non è il più importante, il vescovo deve essere il più servitore”. Perché “la regola di Gesù, la regola del Vangelo” è “la regola del servizio”. Con queste parole, pronunciate a braccio come tutta l’omelia, il Papa ha spiegato il gesto della lavanda dei piedi a 12 detenuti del carcere di Velletri, che ha compiuto subito dopo.
“Non dobbiamo dimenticare che i nostri modelli evangelici sono questa gente, questa folla con questi volti concreti, che l’unzione del Signore rialza e vivifica”.
Alla vigilia dell'arrivo del Papa, che oggi celebrerà la Messa "in Coena domini" con i detenuti del carcere di Velletri, mons. Vincenzo Apicella, vescovo di Velletri-Segni, descrive al Sir il clima di attesa tra i 600 ospiti del penitenziario, uno dei più grandi della regione. L'auspicio per la visita: "che sia un segno di speranza per chi è dentro, ed uno stimolo ad impegnarsi di più per quelli che sono fuori"
“Colgo questa occasione per esprimere alla comunità diocesana di Parigi, a tutti i parigini e all’intero popolo francese il mio grande affetto e la mia vicinanza dopo l’incendio nella Cattedrale di Notre-Dame”.
All'inizio della Settimana Santa che ci porta alla Pasqua, mons. Pierbattista Pizzaballa esorta i cristiani a "ripartire dalla legge della Croce" e a "guardare alla Pace che nasce sul Calvario, il luogo del perdono di Cristo”. L'importanza del dialogo con ebrei e musulmani
Migliaia di persone si sono unite nella Chiesa di Saint-Sulpice per la celebrazione della Messa crismale, a due giorni dall’incendio della cattedrale Notre-Dame. Seduta in prima fila, anche Brigitte Macron. E con lei il ministro dell’Interno Christophe Castaner, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo e la presidente della Regione Ile-de-France. “La cattedrale è in parte caduta. La cattedrale rivivrà. Rinascerà”, ha detto l’arcivescovo di Parigi mons. Michel Aupetit
Mons. Matthieu Rougé (vescovo di Nanterre): “Mi ha commosso vedere come la gente, in questa Francia scristianizzata oggi, ha reagito, facendo vedere come Notre-Dame sia luogo del suo cuore, il cuore del nostro Paese”. “È un momento importante. Le difficoltà ci saranno. Ci saranno ancora le divisioni, forse anche le polemiche ma questo momento di verità rimarrà e tutto ciò deve essere valorizzato oggi”
A dieci anni dal terremoto del 6 aprile 2009, che ha sconvolto L’Aquila ma ha segnato anche il territorio del teramano, Castelli compie un nuovo passo verso la ripresa e accoglie nella ristrutturata chiesa centrale di San Giovanni Battista, restata chiusa per molti anni, una Via Crucis artistica opera di Nino Di Simone che l’ha voluta donare gratuitamente alla sua comunità e benedetta sabato 13 aprile 2019 da mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo della diocesi di Teramo-Atri
Nessuna Congregazione può fare fronte da sola a tutte le necessità della missione". Parla suor Yvonne Reungoat, superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice e presidente dell’Unione superiore maggiori d’Italia (Usmi), a conclusione della 66ª Assemblea nazionale che si è tenuta sul tema "Giovani e donne consacrate: distanza e prossimità. Passi comuni nel post-Sinodo"
La pedofilia non è certo un prodotto della rivoluzione sessuale, e Ratzinger sa bene che pedofili ve ne sono stati anche prima, ma nemmeno la tanto decantata liberazione sessuale (quella del far sesso “con chi voglio e come voglio, quando e quanto voglio”), figlia di quella rivoluzione, ha prodotto vera libertà, quella che “benedice” la sessualità, ne coglie bellezza e verità e ne rispetta la grammatica. Semmai ha illuso e sedotto anche chi avrebbe dovuto sapere ove abita la gioia puradell’incontro. Quella libertà che, invece, hanno poi manifestato le vittime, che proprio in quel tempo hanno iniziato a parlare, provocandoci a chiederci: quanto vangelo c’è in una chiesa ove non solo l’altro è violato, ma ove più forte è lapreoccupazione di difendersi che non di capire il dramma da essa stessa causato?
Non ho alcun dubbio sull’importanza e sulla necessità della celebrazione dei sinodi. Allo stesso tempo, però, non sono del tutto convinto che un sinodo da sé possa essere sufficiente a rendere sinodale tutta la Chiesa. Soprattutto se il processo di preparazione a quell’evento e quello di recezione, che deve seguire, difettano proprio dell’elemento più importante, vale a dire il reale coinvolgimento dell’intero soggetto ecclesiale. L’impressione è che ci sia bisogno, in tal senso, di una formazione specifica alla sinodalità. Questo è un elemento per nulla scontato, anzi
“Addolorati per le fiamme che bruciano la cattedrale di Notre Dame”, i vescovi italiani inviano “un abbraccio fraterno all’arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit, e a tutti i fedeli della città e della Francia intera”. E aggiungono: “Uniamo le nostre preghiere per i fratelli francesi a quelle dei molti che, in queste ore, vedono bruciare 800 anni di patrimonio comune della fede. È un momento molto triste per tutti”.