Gesù non abolisce le prescrizioni “ma ne spiega il significato pieno e indica lo spirito con cui occorre osservarle”, afferma il Papa.
Chiesa nel mondo
Lunedì 17 febbraio alle 21.05 inizia il nuovo programma di Tv2000 "Io credo" con papa Francesco e don Marco Pozza. Le otto puntate affrontano il contenuto dell'antico simbolo della fede cristiana, interrogano personaggi credenti e non del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura, presentano alcune comunità, tra cui le esperienze nel territorio della diocesi di Padova della cooperativa Radicà di Calvene e Medici con l'Africa Cuamm.
In occasione dell’inizio del programma di Tv2000, nella chiesa parrocchiale di Calvene lunedì 17 febbraio alle 20.30 viene proposto a tutti un momento di meditazione seguito dalla proiezione della prima puntata di “Io credo”.
Le “azioni” della Santa Sede per contrastare l’illegalità nel settore della finanza a livello internazionale – anche tramite “presidi di sorveglianza e di intervento capaci di effettuare severi controlli” – “hanno recentemente portato alla luce situazioni finanziarie sospette, che, al di là della eventuale illiceità, mal si conciliano con la natura e le finalità della Chiesa e che hanno generato disorientamento e inquietudine nella comunità dei fedeli”.
“La Turchia ospita cristiani di diverse denominazioni, quindi porteremo a Bari la ricchezza di un cristianesimo plurale che può essere considerato un esempio di come si può costruire l’unità nella diversità grazie a rapporti sereni e vincoli di solidarietà”. Così mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia, racconta al Sir il significato e il senso della presenza della Chiesa cattolica in Turchia all'incontro su “Mediterraneo, frontiera di pace” (Bari, 19-23 febbraio), promosso dalla Cei
Molti e importanti gli impegni presi dai vescovi anglicani al termine del Sinodo generale della Chiesa di Inghilterra tenutosi questa settimana alla Church House di Londra. Tra i punti più importanti l’azzeramento delle emissioni di CO2, il pieno sostegno all’inchiesta di Stato sugli abusi - con promessa di compensazione per le vittime - e la decisione di assumersi costi e organizzazione dei funerali dei più poveri. Ma c'è stato anche spazio per una riflessione sulla sessualità e il matrimonio eterosessuale.
Fare memoria del passato per affrontare le sfide odierne e costruire un futuro di pace. È questo il senso di “Mediterraneo, frontiera di pace”, l’evento di riflessione e spiritualità che si terrà a Bari dal 19 al 23 febbraio e sarà concluso da Papa Francesco.
Non un convegno accademico, ma uno spazio di comunione tra vescovi, che riflettono e, sotto la guida dello Spirito, provano a discernere i segni dei tempi. Siamo convinti, infatti, che una Chiesa mediterranea è già presente e operante, è ricca di tradizioni culturali, liturgiche ed ecclesiali, ed è probabilmente bisognosa di processi di dialogo. I pastori, che s’incontrano, hanno a cuore un Mediterraneo concreto con i popoli che lo abitano. Le loro voci sono portatrici di realtà diverse, ma non contrapposte
Parla il rappresentante della piccola Chiesa di minoranza presente in Turchia, a fianco di chi arriva profugo e sogna l’Europa: “Siamo molto limitati nell’azione, ma questo non vuol dire che non facciamo niente. Al contrario, siamo impegnati e ci diamo da fare”. “Una voce che dobbiamo ripetere, senza stancarci, perché non è mai abbastanza è il nostro no alla costruzione e al traffico delle armi che alimentano i conflitti. La guerra sarà sempre una sconfitta. La guerra non è mai giusta”
“Una lettera d’amore”, al cui cuore “c’è l’amore di Papa Francesco per l’Amazzonia e i suoi numerosi popoli, il suo amore per il mondo e tutti i suoi popoli”. Così il card. Michael Czerny, sottosegretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, ha definito l’esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco, Querida Amazonia.
Nel giorno della pubblicazione dell'esortazione post-sinodale di Papa Francesco dedicata all'Amazzonia, il Sir ha intervistato il cardinale Pedro Barreto Jimeno, gesuita, arcivescovo di Huancayo (Perù) e vicepresidente della Rete ecclesiale panamazzonica (Repam)
“Sarà l’apertura di una panoramica. Il Papa ha messo dei punti precisi. Ha detto: non fate lamentele perché è inutile stare a lamentarsi quando le cose non vanno bene. Non fate discorsi campati in aria. Fatemi delle proposte concrete che possono essere utili per risolvere i problemi dell’umanità perché veramente il Mediterraneo è il concentrato di tutti i problemi dell’umanità in quanto abbraccia Asia, Africa e Europa”.
Il ruolo delle donne, l'esclusività del sacerdote nel celebrare l'Eucaristia, la maggiore partecipazione dei laici alla vita della comunità: sono alcuni temi dell'esortazione apostolica post-sinodale, "Querida Amazonia". Per il Papa, lo sfruttamento dell'Amazzonia è "un'ingiustizia e un crimine": "Non possiamo permettere che la globalizzazione diventi un nuovo colonialismo". "L'equilibrio planetario dipende anche dalla salute dell'Amazzonia"
Articolare risposte comporta anche una soggettività nuova da parte dei “cattolici, le loro associazioni e organizzazioni”, esplicitamente citati all’articolo 3. Interrogarsi sul perché di una sostanziale afasia, o di un rincantucciarsi solo su alcuni temi, può essere utile per invece aprire ad una nuova stagione, a nuove forme di una interlocuzione pubblica, aperta, dialogica e plurale, ma strutturata e organizzata, che tanto bene potrebbe fare. Per darsi una mossa e articolare risposte a troppe domande inevase che circolano nella nostra società
Dedicata alla seconda Beatitudine - "Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati" - l'udienza del Papa, pronunciata in Aula Paolo VI davanti a 7mila persone. Prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana, due appelli a braccio: per la Siria e per la Cina. "Vorrei che tutti pregassimo per l'amata e martoriata Siria", il primo appello: "Tante famiglie, tanti bambini devono fuggire dalla guerra. La Siria sanguina da anni. Preghiamo per la Siria". "Anche una preghiera per i nostri fratelli cinesi, che soffrono per questa malattia così crudele", il secondo appello, riferito al Coronavirus che continua a mietere vittime: "Che trovino la strada della guarigione il più presto possibile"
“Alle operazioni economiche, nazionali e internazionali, che danneggiano l’Amazzonia e non rispettano il diritto dei popoli originari al territorio e alla sua demarcazione, all’autodeterminazione e al previo consenso, occorre dare il nome che a loro spetta: ingiustizia e crimine”.