“In vista della nuova fase, che si aprirà dopo il 3 maggio, si è a lavoro a contatto con le istituzioni governative, per definire un percorso meno condizionato all’accesso e alle celebrazioni liturgiche per i fedeli”.
Chiesa nel mondo
“In questi giorni mi hanno rimproverato perché ho dimenticato di ringraziare un gruppo di persone che anche lavora… Ho ringraziato i medici, infermieri, i volontari… ‘Ma lei si è dimenticato dei farmacisti’: anche loro lavorano tanto per aiutare gli ammalati ad uscire dalla malattia. Preghiamo anche per loro”.
A un mese dalla scomparsa di don Vincenzo Rini (14 marzo), presidente della Fisc e dell’Agenzia Sir, pubblichiamo il ricordo di don Gilberto Donnini: "Ci univa non solo la stessa fede in Cristo e nella Chiesa, non solo il fatto di collaborare nella Federazione italiana dei settimanali cattolici, non solo la convinzione dell’importanza degli strumenti della comunicazione, ma soprattutto la nostra amicizia".
La fine della pandemia di Coronavirus e la protezione delle famiglie.
“Chi sono gli operatori di pace”? È a questa domanda che risponde la settima Beatitudine, “la più attiva, più esplicitamente operativa”.
“Oggi vorrei ricordare con voi quanto fanno molte donne, anche in questo tempo di emergenza sanitaria, per prendersi cura degli altri: donne medico, infermiere, agenti delle forze dell’ordine e delle carceri, impiegate dei negozi di beni di prima necessità…, e tante mamme. sorelle, nonne che si trovano chiuse in casa con tutta la famiglia, con bambini, anziani, disabili”.
“Cristo risorto irrompe nelle nostre povere esistenze e le illumina con una nuova luce. E proprio ora, in un tempo in cui sentiamo forte il desiderio di gridare il comune bisogno di salvezza, ne siamo impediti. E così ci rendiamo conto di quanto ci manchi celebrare l’amore che vince ogni morte. Come ci pesa questa solitudine, come è faticoso farci guidare da Lui su questi sentieri sconosciuti!”: lo ha detto l’amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, celebrando ieri la Pasqua nella Città Santa.
“Preghiamo oggi per i governanti, gli scienziati, i politici, che hanno incominciato a studiare la via d’uscita, il dopo-pandemia, questo ‘dopo’ che è già incominciato: perché trovino la strada giusta, sempre in favore della gente, sempre in favore dei popoli”.
Dal Papa un messaggio chiaro all’Europa che fatica a trovare un cammino comune di solidarietà.
“Indifferenza, egoismo, divisione, dimenticanza non sono davvero le parole che vogliamo sentire in questo tempo”. Si conclude così il messaggio "Urbi et Orbi" del Papa, nella prima Pasqua celebrata nella basilica vaticana "senza concorso di popolo". "Il mio pensiero va sopratutto a quanti sono stati colpiti direttamente dal coronavirus", l'esordio. "Non è questo il tempo dell'indifferenza, non è questo il tempo degli egoismi". Nella parte centrale, un forte appello all'Europa: "Oggi l'Unione europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero"
Questa è la prima diretta televisiva mondiale per un’ostensione della Sindone (ci sono stati precedenti nel 1973 e nel 2013, ma con strutture non paragonabili); ed è, ancor più, la prima a sbarcare sui social. I primi risultati, del tutto provvisori a diretta appena conclusa, parlano di circa 200mila connessioni per la diretta in italiano e circa 100mila in inglese. E quasi 20mila visualizzazioni della diretta su YouTube. Queste cifre riguardano solo la pagina "originale" da cui partiva il segnale, nessuno è in grado di sommare le connessioni delle altre reti in tutto il mondo
Quest'anno la situazione è più difficile, e per questo farsi gli auguri di Pasqua è ancora più importante. In due brani dell'antica spiritualità orientale le parole adatte per farlo...
“Non cediamo alla rassegnazione, non mettiamo una pietra sopra la speranza”. È l'invito del Papa, nell'omelia della Veglia pasquale, sintetizzato in una parola: “Coraggio”. L’esempio da seguire è quello delle donne che corrono al sepolcro, e che senza saperlo preparano nel buio di un sabato l’alba di una nuova storia. Alla fine, un forte appello: “Mettiamo a tacere le grida di morte, basta guerre! Si fermino la produzione e il commercio delle armi, perché di pane e non di fucili abbiamo bisogno. Cessino gli aborti, che uccidono la vita innocente. Si aprano i cuori di chi ha, per riempire le mani vuote di chi è privo del necessario”
“Gesù risorto è ora la mia speranza certa, accoglierlo con fede è ricevere l’unico vaccino che mi può salvare dal virus della morte, della paura e dell’angoscia, dal virus del male che contagia la nostra umanità e la nostra storia, dal virus di una vita senza senso e senza scopo”.
Le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria hanno reso necessario un costante ricorso al web per trasmettere in streaming messe, liturgie, quaresimali e altre proposte spirituali. Anche il Triduo e la Pasqua sono vissuto da casa grazie a internet. Il Vangelo può “passare” attraverso queste moderne tecnologie. Occorre però riconoscere che non tutte le opportunità offerte sono curate a dovere sul piano comunicativo ed “estetico”. Si rinnova l'urgenza di riflettere sulla emergente “pastorale digitale” e sul rapporto liturgia-comunità