Tutorial WeCa nel tempo pasquale: Maria, modello della Chiesa nella fede, ci insegna che il male non ha mai l’ultima parola. Interviene padre Stefano Cecchin, presidente PAMI.
Chiesa nel mondo
Papa Francesco prega per Christian Carlassare. È stato il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ad informare della sollecitudine di Francesco per il 43 enne missionario comboniano ferito in un attentato in Sud Sudan, che il Papa stesso aveva scelto lo scorso 8 marzo come vescovo per la diocesi di Rumbek, città a maggioranza dinka, una delle etnie più numerose del Paese, dove padre Carlassare era stato accolto con gioia lo scorso 16 aprile.
Il 3 maggio, alle ore 10, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Papa presiederà la celebrazione dell’Ora Terza e il Concistoro Ordinario Pubblico per la canonizzazione di 7 beati, tra cui il beato Charles de Foucauld.
Il superiore generale dei Comboniani: "Ci vorrà tempo perché le ferite possano rimarginarsi". Tra le ipotesi del movente dell'agguatto, l'ostilità verso un nuovo vescovo, venuto da lontano, a rimpiazzare il coordinatore diocesano autoctono
“Sono sconvolto per quello che è accaduto a questa donna così nobile, non posso ancora concepire come sia potuto accadere un assassinio come questo. In questo momento, ricordo la mia visita a Vicenza, dove ero stato a trovare don Francesco Strazzari. Mi unisco nel dolore alla terra vicentina e al vostro Paese”.
“L’ennesima tragedia nel Mar Mediterraneo, cimitero assurdo di altri 130 migranti, morti dopo due giorni di invocazione di aiuto non ascoltata” è “un nuovo episodio di ‘barbarie dal volto umano’ aggiunta a tante altre, documentate con attenzione dalla nostra stampa cattolica”.
È la domenica in cui la Chiesa fa memoria del Buon Pastore. Ossia di colui che raccoglie e guida le pecore fino ad offrire la sua stessa vita.
Sarebbe bello che pastori e laici, insieme, senza delegarsi reciprocamente le responsabilità, sappiano “vedere” le persone sole, renderle protagoniste, metterle al centro virtuoso della vita comunitaria.
A coloro che non hanno una famiglia naturale bisogna aprire ancor più le porte della grande famiglia che è la Chiesa, la quale si concretizza a sua volta nella famiglia diocesana e parrocchiale, nelle comunità ecclesiali di base o nei movimenti apostolici. Nessuno è privo della famiglia in questo mondo: la Chiesa è casa e famiglia per tutti, specialmente per quanti sono «affaticati e oppressi» (cfr. Mt 11,28).
Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, n.85, 22 novembre 1981
“Considerate che esercitando il ministero della sacra dottrina sarete partecipi della missione di Cristo, l’unico maestro. Sarete come lui pastori, questo è quello che vuole di voi. Pastori. Pastori del santo popolo fedele di Dio. Pastori che vanno con il popolo di Dio: a volte davanti al gregge, a volte in mezzo o dietro, ma sempre lì, con il popolo di Dio”.
“Carissimi amici e amiche dell’Azione cattolica, è per me motivo di grande gioia poter portare questo saluto alla vostra XVII Assemblea nazionale”.
“Vi confesso che sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nei giorni scorsi nel Mediterraneo.
“In occasione della diciassettesima Assemblea nazionale dell’Azione cattolica italiana, il Santo Padre Francesco è lieto di inviare il suo cordiale saluto ai delegati e assistenti regionali e diocesani che vi prenderanno parte da remoto”.
“Ci auguriamo buona Assemblea, e buona Festa della Liberazione”. Matteo Truffelli, presidente dell’Azione cattolica italiana, ha aperto l’Assemblea nazionale associativa con un messaggio di saluto agli 800 delegati e ai 270mila soci che, grazie allo streaming, possono seguine i lavori.
“Rivolgo un caloroso saluto a tutti i partecipanti alla XVII Assemblea nazionale dell’Azione cattolica italiana, dal titolo ‘Ho un popolo numeroso in questa città’, quale significativo momento di incontro dei componenti della vostra realtà associativa che, accanto alla propria finalità religiosa, è costantemente protesa alla affermazione di principi di solidarietà e di dignità della persona”.
Il lupo sa bene che il bel Pastore ha il potere di dare la sua vita e di riprenderla di nuovo, nessuno può toglierla e questo vale anche per tutte quelle pecore che lo riconoscono come guida e si affidano a lui. Alle pecore è chiesto solo di riconoscere la sua voce; di corrispondere alle sue cure; di seguire le sue indicazioni. Anche noi, se sapremo metterci dietro a lui, ascoltando la sua voce e seguendo le sue orme, saremo condotti un giorno ai pascoli sereni della vita che non ha fine