Chiesa nel mondo

“Un Paese che cerca di risalire positivamente la china della crisi non può fondare la propria crescita economica sul quotidiano sacrificio di vite umane”. È il monito contenuto nel Messaggio della Cei per il 1° maggio, in cui si fa presente che “lo scenario che abbiamo davanti è drammatico: nel 2021 sono stati 1.221 i morti (dati Inail), cui si aggiungono quelli ignoti perché avvenuti nelle pieghe del lavoro in nero, un ambito sommerso in cui si moltiplicano inaccettabili tragedie”.

L’elemosina, che non è l’erogazione di spiccioli, ma la misericordia per chi non ha e che soffre come soffro io quando non ho, ci può salvare da tutto questo, insegnandoci che sì, è vero che abitualmente siamo intasati di mille cose (come ci ha rivelato il digiuno), e che siamo piccoli piccoli e vittime di un crudele io ideale molto diverso dal Dio vero (come ci ha mostrato la preghiera), ma che possiamo comunque provare ad amare, in modo fragile e maldestro, i nostri fratelli, e che il loro destino è il nostro destino, e che la Pasqua non si festeggia da soli, perché se l’agnello è troppo grande lo devi comunque consumare senza sporzionarlo, e da solo un agnello intero non te lo puoi mangiare

Da lunedì 21 marzo, e fino al 6 aprile, una delegazione della rete continentale latinoamericana Iglesias y Minería è in viaggio in Europa. I leader sociali e ambientali saranno impegnati in un tour che toccherà Germania, Belgio, Austria, Italia e Spagna, con varie tappe, tra cui l’Europarlamento e la Comece a Bruxelles e il Vaticano. Padre Dario Bossi, provinciale dei comboniani in Brasile: “Comprendiamo che ci troviamo, come dice il Papa, di fronte a una guerra mondiale a frammenti locali. La carovana porta la voce della guerra dichiarata contro l’Amazzonia, contro i popoli originari e indigeni, contro i contadini”

Siamo dalla Liturgia – al cuore di questa dura quaresima – sfidati alla gioia. “Laetare Jerusalem” è l’antifona di Ingresso all’Eucaristia, che audacemente dà il tono a questa domenica: “Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto. Così succhierete al suo petto e vi sazierete delle sue consolazioni; succhierete, deliziandovi, all’abbondanza del suo seno”. Il testo (Is 66,10s) è tratto da una pagina profetica di significato epocale. Nel disastro umano, la promessa di una nuova creazione: tale è il senso dell’appello alla gioia del profeta, che fa da portale d’ingresso a questa domenica. Viene evocata una visione di stridente contrasto coi tempi duri che viviamo: una donna madre che lieta e generosa allatta.

“Il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (cfr DL 24 marzo 2022, n.24), offre la possibilità di una prudente ripresa. In seguito allo scambio di comunicazioni tra Conferenza episcopale italiana e Governo italiano, con decorrenza 1° aprile 2022 è stabilita l’abrogazione del Protocollo del 7 maggio 2020 per le celebrazioni con il popolo”.

Due anni dopo la “Statio Orbis” del 27 marzo 2020, in cui si è rivolto alla madre di Dio per implorare la fine della pandemia, Papa Francesco affida ancora una volta a Maria le sorti del mondo, sconvolto da un mese a questa parte da un “massacro insensato”, come lo ha definito nell’Angelus di domenica scorsa, in uno dei suoi ennesimi appelli per far cessare le ostilità tra Russia e Ucraina

Con un messaggio inviato ai cappellani delle carceri d’Italia, don Raffaele Grimaldi, Ispettore Cappellani Carceri italiane, in comunione con Papa Francesco che oggi, alle ore 17, dalla Basilica vaticana di san Pietro consacrerà Russia, Ucraina e il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria, ha voluto coinvolgere la realtà carceraria per farsi “unitamente strumento di pace e di riconciliazione”.

Con l'Atto compie oggi - spiega al Sir padre Federico Lombardi - Papa Francesco "vuole dire con particolare insistenza l’importanza e la necessità della preghiera comune e partecipata di tutta la comunità ecclesiale, con intensità e solennità e in modo pubblico. Il Papa non ci chiede di pregare in privato, ma ci invita a porci come Chiesa di fronte al mondo, manifestando la nostra fede e domandando con umiltà l’intercessione di Maria per porre fine al conflitto in atto e a tutti i conflitti dell’umanità"