Chiesa nel mondo

Attacco questa mattina, 28 gennaio, alla chiesa di Santa Maria a Sariyer, nel sobborgo di Büyükdere, a Istanbul, dove durante la messa due persone armate sono entrate esplodendo colpi di pistola e uccidendo un fedele. Un attentato che potrebbe avere una matrice anticristiana secondo mons. Paolo Bizzeti e Massimiliano Palinuro, rispettivamente vicario apostolico dell'Anatolia e vicario apostolico di Istanbul. Già arrestato uno dei due killer

Inglobata all’interno del quartiere ebraico di Roma, con l’ingresso principale in piazza Campitelli, dove nel 1943 sorgeva una base di quella forza di polizia che sarebbe divenuta la Guardia nazionale repubblicana, e l’ingresso di servizio su Portico d’Ottavia, dove il 16 ottobre 1943 avvenne il rastrellamento del ghetto di Roma, sorge la chiesa di Santa Maria in Portico che, durante la seconda guerra mondiale, si è distinta positivamente per aver dato rifugio a chi cercava di sfuggire dalla persecuzione, tanto da ricevere il riconoscimento della comunità ebraica italiana. La testimonianza del parroco, padre Davide Carbonaro, "Chi salva poche persone ha salvato veramente l'umanità"

“Dividere non è mai da Dio, ma dal diavolo”. È l’ammonimento del Papa durante la celebrazione dei Secondi Vespri della solennità della Conversione di san Paolo Apostolo, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, a conclusione della 57ª Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani alla presenza dei rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma.

“Importante e significativo è entrare in sintonia con il dono di unità che già ci è stato fatto dal Cristo attraverso il battesimo e l’effusione dello Spirito in questo tempo difficile nel quale ci troviamo a vivere, caratterizzato dal conflitto, dall’odio, dal desiderio di vendetta anziché dalla tensione all’unità e alla riconciliazione”.

Il Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia ha censito le iniziative di preghiera e incontro che si sono promosse in 162 diocesi per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dal 18 al 25 gennaio. Impossibile censire nel dettaglio tutti gli appuntamenti messi in programma in questo periodo nelle parrocchie e nelle diocesi ma due sono gli elementi forti che emergono: la preghiera dei cristiani per la pace, con un'attenzione particolare al Medio Oriente e l’attenzione al coinvolgimento dei giovani nel cammino ecumenico con laboratori, cacce al tesoro, visite alle diverse chiese proposte a bambini e ragazzi.

“Le suore sono state liberate. Ne siamo felici! Sia lodato e benedetto Dio!”. E’ un messaggio giunto questa mattina al Sir di mons. Pierre-André Dumas, vescovo di Anse-à-Veau-Miragoâne e vicepresidente della Conferenza episcopale haitiana ad annunciare la liberazione – avvenuta ieri sera – delle sei religiose della Congregazione delle suore di Sant’Anna che erano state rapite ad Haiti, venerdì scorso, 19 gennaio mentre viaggiavano su un mini-bus a Port-au-Prince. Per la loro liberazione domenica scorsa Papa Francesco aveva lanciato un appello con un invito anche alla “concordia sociale nel Paese” chiedendo a tutti di “ far cessare le violenze, che provocano tanta sofferenza a quella cara popolazione”.

Non temeva il confronto anzi lo cercava e anche provocava come occasione per far nascere domande e per aprire ricerche di senso. In questo esercizio lo guidavano l’insegnamento e la testimonianza del card. Martini sul dialogo tra credenti e non credenti, tra pensanti e non pensanti. Il suo è stato un giornalismo pensato anche davanti ai fatti di cronaca, piccoli o grandi che fossero, per incoraggiare e aiutare i lettori a pensare, a cogliere i segni dei tempi, ad andare oltre l’effimero

Un testo che introduce gli operatori pastorali nel cambiamento d’epoca evidenziato da Francesco, al cui cuore c’è la “galassia digitale” e in particolar modo la cosiddetta “intelligenza artificiale”. Si potrebbe riassumere così "Chiesa e pastorale digitale. In uscita verso una società 5.0", il libro scritto da Ammendolia Fortunato e Riccardo Petricca che esamina con attenzione e in modo particolare il digital papacy di Francesco

Insieme possiamo costruire una rete che libera e non imprigiona. Possiamo restituire dignità al giornalismo e profondità alla comunicazione. Possiamo guidare l’uso dell’intelligenza artificiale invece che esserne guidati. Possiamo ridare ad ogni essere umano il ruolo di azionista di un sistema di comunicazione che non punta alla massimizzazione del profitto, ma alla condivisione della verità. È un bel compito, un grande compito per i giornalisti cattolici, per tutti i cattolici. Rendere significante la nostra comunicazione. Proporci di cambiare anche i modelli economici quando rischiano di snaturarla; riscoprendo l’idea che l'informazione, come l'istruzione, è un bene pubblico, e come tale va difeso. Perché da esso dipende il nostro futuro