Chiesa nel mondo

L’accusa, in tutta evidenza pretestuosa, è quella di “riciclaggio”. L’intenzione, come appare in modo sempre più evidente, è quella di soffocare in modo “definitivo” la Chiesa cattolica in Nicaragua, di prenderla “per fame”, con l’obiettivo di silenziarla completamente, e di impedirle qualsiasi attività nel Paese. Il regime di Daniel Ortega, ormai da oltre due settimane, ha bloccato i conti bancari di numerose diocesi del Paese, della Conferenza episcopale, di altre realtà associative, formative, educative

Riguardo al recente annuncio del cessate il fuoco bilaterale tra lo Stato colombiano e l’Eln dall’Avana (Cuba), la Chiesa cattolica colombiana informa l’opinione pubblica che accoglie la notizia con speranza. Allo stesso modo, trattandosi di un cessate il fuoco progressivo, rimane in un atteggiamento di attesa e di disponibilità ad aiutare affinché tutto raggiunga il fine previsto, che deve essere il raggiungimento di una pace globale, come frutto di un sincero desiderio di riconciliazione e di effettiva giustizia sociale”. 

60mila pellegrini, nella notte tra il 10 e l’11 giugno, si sono messi in cammino da Macerata a Loreto, rispettando una tradizione lunga quarantacinque anni. Era infatti il 1978 quando mons. Giancarlo Vecerrica, allora giovane insegnante di religione e oggi vescovo emerito di Fabriano-Matelica, diede vita al Pellegrinaggio proposto da Comunione e liberazione, come segno di ringraziamento e devozione alla Madonna al termine dell’anno scolastico

“La riapertura al culto dopo i lavori di restauro e conservazione testimoniano l’importanza di una firma, quella dell’8 per mille: una firma che costa nulla, ma che offre in grande servizio alla comunità”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Castellaneta, monsignor Sabino Iannuzzi nel corso della conferenza stampa nel corso della quale sono stati illustrati i lavori che hanno riguardato la Chiesa cattedrale di Santa Maria Assunta a Castellaneta che sarà riaperta al culto il prossimo 8 giugno dopo circa quattro anni di chiusura.

“La guerra si ha non soltanto quando esplode, ma già quando non ci si parla più, quando non ci si capisce, quando ci si tiene a distanza, c’è pregiudizio, ignoranza.  Qui mi pare ci sia esattamente il contrario. Qui c’è già tanta pace. Speriamo che questa pace arrivi dovunque nel mondo. La convivenza, tra gli altri, anche di ragazzi e ragazze russi e ucraini qui a Rondine, dimostra ancora una volta che il futuro è quello di provare a stare insieme, quello che dice Papa Francesco: fratelli tutti”.