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Marta (o qualunque sia il suo vero nome) è morta, di “suicidio assistito”, in una struttura “specializzata” di Basilea, in Svizzera. La cronaca ne parla in questi giorni, ma il fatto risale al 12 ottobre scorso. Aveva 55 anni Marta, e un impiego in ambito scientifico a Torino. Purtroppo, una forte depressione la opprimeva da qualche mese, dopo che il suo figlio unico, adolescente, era deceduto (gennaio 2023) a causa di una malattia degenerativa. A quanto riportato dai media, i familiari – incluso il marito - non sono stati coinvolti dalla struttura dove Marta è stata “assistita” per suicidarsi.

"Dobbiamo limitarci a prendere atto di una volontà auto deterministica, e quindi assumerla inevitabilmente come stella polare", oppure dobbiamo interrogarci sugli "effetti di una sorta di ratifica da parte del sistema sanitario, dell’ordinamento, delle leggi di questa volontà", e sui suoi "riflessi sulla collettività?". Così il giurista Alberto Gambino, commentando l'ultimo caso di suicidio assistito in Svizzera

Operai, sindacati e imprenditori hanno manifestato ieri attorno al perimetro dello stabilimento ex Ilva di Taranto per chiedere al Governo di estromettere la multinazionale dalla compagine societaria di Acciaierie d'Italia ArcelorMittal e assumere il controllo dello stabilimento. Per saperne di più su cosa sta succedendo in queste ore sul territorio tarantino il Sir ha parlato con Gianni Liviano, consigliere comunale a Taranto, rappresentante laicale della Commissione episcopale italiana per le missioni e profondo conoscitore della vicenda Ilva

La notizia irrompe sui nostri telefonini nella mattinata di martedì scorso (il 30 gennaio, quando questo numero della Difesa è andato in stampa). Sette minorenni padovani indagati dalla Polizia di stato in seguito a una rissa scatenatasi tra due bande rivali tra piazza De Gasperi e la stazione ferroviaria, il 20 gennaio, durante la quale in tre sono rimasti feriti. 

Il presidente della Comece è stato ricevuto in udienza da Papa Francesco. Durante l’incontro sono stati affrontati temi di grande attualità: conflitti e pace, accoglienza migranti, prossime elezioni del Parlamento europeo. “Necessario superare gli egoismi di parte”. Il voto di giugno “è un passaggio critico”; viene messa alla prova – dice il vescovo – la possibilità di giungere a “una maggioranza che sappia guardare seriamente al futuro dell’Ue”. Ma incombe “il quesito su quanti cittadini si recheranno alle urne"