Joan Tronto nel suo testo sull’etica della cura nel 1993 descriveva quattro forme di cura: interessarsi a (caring about), prendersi cura di (taking care of), prestare cura (care-giving), ricevere cura (care-receiving).
Idee
Conservo e custodisco tanto di questo passaggio, ma due tratti in particolare sento preziosi: la cicatrice che mi ha lasciato sulla carne. Mi impedisce di dimenticare le ferite di troppi uomini e donne segnati nel corpo dalla violenza in tante parti del mondo. E poi la lode a Dio, unica fonte di ogni dono perfetto, per la disponibilità al bene che suscita nei cuori di tanti, che si fanno strumento del suo amore affinché la vita fiorisca
“Luci sul palco. La musica dei cantautori, spiraglio sull’infinito” dell’esperto di musica barocca, jazz e rock, e musicista lui stesso (collabora con l’Orchestra Popolare Italiana di Ambrogio Sparagna) Claudio Zonta, padre gesuita
Riflessioni dopo l'indagine realizzata da Ipsos per l’Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo
Proprio in queste settimane si comincia a parlare delle prossime iscrizioni e il tema impegnerà famiglie e allievi probabilmente ben oltre le feste natalizie
La dimensione iper-competitiva che accomuna tutto l’agire del mondo occidentale non aiuta i nostri figli a vivere serenamente le attività sportive che intraprendono
Viene da questa campagna di sensibilizzazione un monito a una classe politica spesso disattenta e distratta
In una intervista in esclusiva ad Avvenire, che sarà pubblicata domani sul giornale nella sua versione integrale, il presidente palestinese Mahmoud Abbas affronta i temi caldi in Medio Oriente e lancia alla Comunità internazionale una serie di proposte per affrontare la Guerra a Gaza e superare le tensioni nell’area: "Non vedo l'ora di incontrare il Papa"
Da domenica nel quartiere Corvetto, nella periferia sud-est di Milano, si sono verificate gravi proteste per la morte di Ramy Elgaml, un ragazzo di 19 anni caduto da uno scooter mentre era inseguito dai carabinieri. Fatti che hanno riportato l'attenzione dell’opinione pubblica su un quartiere popolare di Milano che incarna un profondo disagio sociale e strutturale. Ma c'è anche chi non si arrende e porta avanti un percorso di coesione sociale e inclusione
No smartphone prima dei 14 anni, no social prima dei 16. Lo chiede una petizione al Governo del 10 settembre, primi firmatari lo psicoterapeuta Alberto Pellai e il pedagogista Daniele Novara. Deprivazione di sonno, deficit di attenzione e concentrazione, diminuzione dei rapporti sociali, rischio addiction gli effetti di un utilizzo troppo precoce di smartphone e social. “Oggi, rispetto a vent’anni fa, salute mentale e qualità di vita dei minori sono peggiorate”, dice in quest'intervista Pellai. E aggiunge: “Lo smartphone può diventare una trappola che imprigiona e crea dipendenza”. “Non si tratta di reprimere, ma di proteggere”
Su Change.org nei giorni scorsi è partita una petizione per vietare lo smartphone ai minori di 14 anni e l’utilizzo dei social agli under 16. L’appello denuncia i danni che l’uso precoce di questi strumenti causa su bambini e ragazzi. La questione attualmente è dibattuta anche in altri Paesi. Il Sir ha rivolto qualche domanda in merito a Daniele Novara, pedagogista e fondatore del Cpp - Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, che ha promosso questa iniziativa insieme al medico e ricercatore Alberto Pellai
Le Case di quartiere nascono in diverse città italiane come luoghi aperti, vivi, dove si moltiplicano le opportunità per tutte le persone che cercano socialità, dove trovare, nella prossimità, attività culturali e civiche: ci si entra cercando informazioni o un servizio, si partecipa a iniziative ma al tempo stesso le si può proporre per tutta la comunità.
Una sfida interdisciplinare tra filosofia, etica e neuroscienze con al centro la dignità umana da rispettare, andando oltre le sole funzioni mentali come coscienza e intelligenza
Risposta alle inquietudini I giovani ci stanno dicendo che c’è bisogno di una nuova forma di credere. Ecco la necessità di una Chiesa capace di ascolto. Una spiritualità lontana dalla Chiesa Cala drasticamente il numero di giovani cattolici, ma l’abbandono della pratica religiosa e della comunità cristiana non significa necessariamente un distacco dalla fede
«Le baby gang non esistono» sostengono le realtà che con i ragazzi sono in dialogo e che con loro costruiscono espressioni alternative alla violenza