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Giovedì 7 gennaio, alle 18, dopo essersi confrontato nel corso della mattinata con il comitato di esperti e con gli organismi parlamentari competenti, il premier  giapponese Yoshihide Suga ha ufficializzato la sua decisione di decretare lo stato di emergenza comunicandola nel corso di una conferenza stampa televisiva. Una scelta non facile per il primo ministro, che ha cercato di evitarla in tutti i modi, preoccupato per l’ulteriore impatto sull’economia che potrà derivare dalle restrizioni conseguenti alla dichiarazione. Resistenze e preoccupazioni che hanno dovuto tuttavia cedere il passo alle pressioni esercitate nei giorni precedenti dal governatore di Tokyo Yurico Koike e dagli altri tre governatori delle Prefetture destinatarie della misura

In Bosnia-Erzegovina un migliaio di persone, giovani migranti che tentano di arrivare in Europa tramite la rotta balcanica, sono costretti a stare all'addiaccio con temperature che arrivano a -10 gradi, mentre il governo sta allestendo un campo di tende isolato, in montagna, senza riscaldamento, acqua, energia elettrica. Alla decisione si sono opposte tutte le organizzazioni umanitarie che lavorano in zona. "E' una follia", denuncia Daniele Bombardi, di Caritas italiana

La dichiarazione del commissario durante l'ultima conferenza stampa: “Inizieranno a essere vaccinate insieme alle persone che hanno più di 80 anni. Inevitabile che siano immunizzati anche gli accompagnatori”. Barbieri: “Una bella vittoria: una struttura commissariale ha ascoltato la voce della società civile”

“Gli opportunisti di oggi, le persone imprigionate da catene del politicamente corretto e della cosiddetta tolleranza che propongono dei referendum sulla questione all’aborto” si comportano come gli abitanti di Gerusalemme che “pur sapendo del Messia venuto al mondo a Betlemme non vi si recarono per vedere il neonato re dei Giudei, considerando inutile la verità su Cristo”: lo ha affermato domenica scorsa nell’omelia pronunciata nella cattedrale di Wawel l’arcivescovo di Cracovia Marek Jędraszewski.

Strade bloccate, stalle assediate dalla neve, problemi a raggiungere le aziende agricole, linee telefoniche e internet tagliate dalla bufera, migliaia di mucche, pecore e capre a rischio fra Toscana e Liguria. È quanto emerge dal monitoraggio Coldiretti sull’ultima ondata di maltempo con temperature polari e nevicate eccezionali che sta colpendo il nord e il centro Italia.