Documento inviato ai decisori per chiedere "interventi immediati e non eludibili". Il presidente Gazzi: "Siamo seduti su una bomba sociale"
Fatti
Una nuova ordinanza, che entrerà in vigore da oggi e avrà validità fino alla mezzanotte del 13 aprile, è stata firmata oggi dal Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, per fronteggiare la diffusione del coronavirus.
Le decine di persone sdraiate sull’asfalto del parcheggio di Las Vegas fino a due giorni fa erano ospiti della struttura della Caritas cittadina. Poi uno di loro è risultato positivo al Coronavirus e per evitare il diffondersi del contagio la struttura è stata chiusa. Mentre le centinaia di hotel della città sono vuoti e chiusi, 177 senzatetto dormono su un posto macchina. Al loro fianco i volontari della Caritas e il vescovo, mons. George Leo Thomas.
Il numero odierno del Bollettino Ufficiale della Regione Veneto ha pubblicato il decreto con cui il presidente della Regione Luca Zaia ha dichiarato lo stato di crisi per il settore primario in Veneto.
Un vademecum di Caritas ricostruisce le disposizioni di legge per il periodo dell’emergenza Covid19. E aiuta le persone straniere a orientarsi nel difficile percorso della burocrazia
La collaborazione si inserisce all’interno del progetto UNI.T.I. - reazione al COVID-19 l’iniziativa promossa dall’Università degli Studi di Padova tramite UniSMART con il patrocinio di Confindustria Veneto, Unioncamere Veneto e l’appoggio di molte istituzioni del territorio.
Sedici casi e due morti, una città, Mnin (Damasco) in quarantena: la Siria cerca di arginare il Coronavirus. Emanate severe restrizioni fino al coprifuoco che per questo week end (oggi e domani) è stato esteso da mezzogiorno alle 6 del mattino. L'allarme dell'Oms: "il sistema sanitario siriano è attivo al 50% a causa della guerra. Mancano dispositivi di protezione e ventilatori polmonari. Le sanzioni ostacolano il lavoro". L'impegno del nunzio apostolico, il card. Zenari e della Fondazione Avsi, in prima linea con il progetto "Ospedali Aperti"
La Chiesa della Bolivia non sarebbe la stessa senza il contributo di tanti missionari, laici, sacerdoti e appunto vescovi bergamaschi. Era il 1962, quando papa Giovanni XXIII chiese alla sua diocesi natale di aiutare la Chiesa boliviana. Partì un gemellaggio resistito nel tempo, e ancora solido: nel Paese andino attualmente sono presenti oltre trenta missionari, tra sacerdoti e laici, e tre vescovi, che raccontano come si vive al tempo del coronavirus. Con il cuore a Bergamo
L'iniziativa è partita dal laboratorio Yatta! di Milano, che ha pubblicato on line le istruzioni per realizzare le visiere. Un progetto opensource che vuole coinvolgere i maker in tutta Italia. Il primo carico di visiere è già stato consegnato alla Croce Rossa Italiana di Cusano Milanino
A cinque giorni dall’avvio della procedura, sono già 7 mila le domande di accesso alla cassa integrazione in deroga presentate in Veneto dalle aziende in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus, per un totale di 19.500 lavoratori coinvolti.
Positivo anche 23 membri del personale su 46, in arrivo a supporto crocerossine e volontari della Croce Rossa. Tutti negativi invece gli ospiti dell'Oic Villa Rosa e si attendono verifiche a Roana. Iniziata la sanificazione degli ambienti dell'ospedale di Asiago dove è stato contagiato un sanitario su tre.
«La situazione è fuori controllo e ora, al di là delle promesse, la Regione deve intervenire subito. Se no, diciamocela senza mezzi termini, rischiamo una ecatombe. Sono necessarie indicazioni chiare e omogenee a tutte le strutture, e delle task force provinciali coordinate dai prefetti», affermano con preoccupazione i segretari generali dei sindacati dei pensionati del Veneto Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Vanna Giantin (Fnp Cisl) e Fabio Osti (Uilp Uil).
“Santo Padre, durante l’epidemia, abbia cura di se stesso!”.
“Rifiutando di conformarsi al meccanismo temporaneo di ricollocazione di richiedenti protezione internazionale, la Polonia, l’Ungheria e la Repubblica ceca sono venute meno agli obblighi ad esse incombenti in forza del diritto dell’Unione”: è chiara la sentenza emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea. “Tali Stati membri – spiega una nota – non possono invocare né le loro responsabilità in materia di mantenimento dell’ordine pubblico e di salvaguardia della sicurezza interna né il presunto malfunzionamento del meccanismo di ricollocazione per sottrarsi all’esecuzione di tale meccanismo”.
“Se iniziassimo ad allentare le misure, tutti gli sforzi sarebbero vani, quindi pagheremmo un prezzo altissimo, oltre al costo psicologico e sociale, saremmo costretti a ripartire di nuovo, un doppio costo che non ci posiamo permettere. Invito tutti a continuare a rispettare le misure”.