Tempo di orientarsi. I termini per iscriversi alle scuole superiori stanno per aprirsi e sarà bene giungere a questo appuntamento con le idee chiare

Per ogni grado di scuola fioccano le iniziative e si organizzano giornate di accoglienza e dialogo con i futuri iscritti e le rispettive famiglie

Tempo di orientarsi. I termini per iscriversi alle scuole superiori stanno per aprirsi e sarà bene giungere a questo appuntamento con le idee chiare

Dicembre e gennaio oltre a essere per antonomasia mesi di bilanci e ripartenze, rappresentano per una parte dei nostri studenti un importante momento di riflessione e scelta. I termini per iscriversi alle scuole superiori di primo e secondo grado stanno infatti per aprirsi (8-31 gennaio) e sarà bene giungere a questo appuntamento con le idee chiare.

Per i percorsi accademici e di istruzione post-diploma, i tempi sono più dilatati, ma molti maturandi stanno già partecipando a stage e  incontri orientativi per mettere meglio a fuoco le personali attitudini e le reali vocazioni. Insomma, per ogni grado di scuola fioccano le iniziative e si organizzano giornate di accoglienza e dialogo con i futuri iscritti e le rispettive famiglie.
Orientare la propria scelta non è affatto facile e, per poter decidere consapevolmente, scuole e territorio mettono in campo diverse strategie.
I ragazzi incontrano psicologi e specialisti del settore, vengono allestiti sportelli orientativi e attività nel corso delle quali sono invitati a intervenire insegnanti e rappresentanti del mondo del lavoro.
Le scuole secondarie di primo grado a fine quadrimestre offriranno ai propri alunni un “consiglio orientativo”. Si tratta di indicazioni che non sempre risultano essere centrate sulle reali potenzialità dei discenti: gli adolescenti sono intimamente costituiti di “materia fluida”, pertanto non sempre inquadrabili. Esprimere un giudizio così importante e definitivo è piuttosto arduo.
L’orientamento, all’interno del percorso scolastico, diviene sempre più un tema urgente e non soltanto per il nostro Paese. L’Unione europea, nelle sue raccomandazioni e nelle indicazioni contenute nell’Agenda 2030, pone agli Stati membri degli obiettivi “alti” come una “istruzione di qualità per tutti”.

Nel frattempo sembrano emergere segnali di miglioramento. Il tasso di abbandono scolastico in Italia è sceso di un punto (10,5% nel 2023) e i Neet (Not in Education, Employment or Training) sono diminuiti di 2,9 punti, raggiungendo l’11,2%. Tuttavia, l’Italia resta tra i Paesi con i tassi più elevati in Europa. Ancora aperta, poi, la questione della dispersione implicita, cioè quella quota di ragazze e ragazzi che finisce la scuola è si diploma, ma con competenze di base inadeguate.
L’abbandono e la dispersione scolastica, di fatto, amplificano e cronicizzano le diseguaglianze sociali.
Scegliere consapevolmente significa avere buone possibilità di conseguire il proprio successo formativo e quindi di poter progettare una vita potenzialmente felice, dove almeno il lavoro corrisponda alle personali inclinazioni e sia funzionale alle altre scelte esistenziali.
Certamente il passo accelerato di questa società, travolta dalla rivoluzione digitale, rende il futuro ancor più imponderabile. Il mondo del lavoro sta cambiando. Si parla di “nuove occupazioni” nell’ambito della tecnologia e del virtuale che nessuno, però, sa definire con precisione. Il mercato del futuro ha contorni fantascientifici e visionari. Ci si chiede se le professioni che già esistono siano destinate a sopravvivere nei nuovi contesti.
In questa indeterminatezza è facile perdere la motivazione, o farsi abbagliare da falsi miti.
Si respira un’aria di provvisorietà e incertezza a tutti i livelli. Bisognerebbe riuscire a ribaltare questo senso di precarietà e sfiducia, magari immaginando che in uno scenario “futuristico” le possibilità per i nostri giovani potranno essere davvero infinite e quindi anche molto creative, più allineate con i loro intimi desideri.
In tutto ciò, però, è necessario non perdere di vista un orizzonte formativo che tenga conto dei bisogni dell’essere umano e delle sue fragilità. L’educazione, oggi più che mai, è chiamata a occuparsi della crescita personale dei singoli, cercando di fortificarne identità, competenze emotive, valori di riferimento e attitudini.

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Fonte: Sir