Cenni di futuro dall’Ue. La risposta dell’economia sociale al capitalismo moderno

Si è rinnovato l’ “Intergruppo economia sociale e servizi di interesse generale” che è attivo dal 1990

Cenni di futuro dall’Ue. La risposta dell’economia sociale al capitalismo moderno

“Siate coerenti – la coerenza è una cosa che non va di moda! – nelle vostre scelte. Fatevi apprezzare per i vostri progetti e le vostre realizzazioni. E non per diventare tanti e potenti, ma per trasmettere a molti quanto avete ricevuto, ossia la “bella notizia” che, ispirandosi al Vangelo, anche l’economia può cambiare in meglio”. Così diceva papa Francesco, il 24 settembre scorso, rivolgendosi ai giovani promotori della Fondazione “The Economy of Francesco”.

È un pensiero che torna leggendo la bolla di indizione del Giubileo e il messaggio per la 58a Giornata Mondiale della pace dove riecheggiano i temi della speranza, della pace, della giustizia, della remissione del debito estero, della solidarietà.

Tornano queste parole su un piano diverso ma non distante leggendo in questi giorni le notizie dalle istituzioni dell’Unione europea relative alla scelta di dare maggior peso alla Commissione per l’economia sociale con la nomina della sua presidente, la romena Roxana Mînzatu, a vicepresidente esecutiva della Commissione europea presieduta da Ursula von Der Leyen. Nello stesso tempo si è rinnovato l’ “Intergruppo economia sociale e servizi di interesse generale” che è attivo dal 1990.  Si prende atto che l’economia sociale è considerata un attore chiave nell’ affrontare le principali sfide dell’Unione come l’edilizia, l’energia, la reindustrializzazione, la sovranità economica, la transizione verde e quella digitale, l’aggiornamento e la riqualificazione del rinnovato Intergruppo, il rafforzamento della democrazia. Non si tratta di una formula come altre ma della presa d’atto del valore della dimensione sociale dell’economia, della finanza, dell’impresa. Si tratta di una risposta responsabile e adulta al dominio del capitalismo moderno sulla vita delle persone e delle comunità.

Di questo si fa interprete l’intergruppo parlamentare Ue, cioè, è un “raggruppamento non ufficiale di parlamentari europei interessati a un argomento particolare che non rientra necessariamente nell’ambito del normale lavoro del Parlamento europeo, ma che può essere di interesse per la società in senso più ampio. Gli intergruppi tengono discussioni informali e promuovono gli scambi tra parlamentari europei e la società civile”.

È possibile cogliere in queste scelte la volontà di superare i confini degli schieramenti  per cercare insieme e offrire insieme risposte efficaci alternative a una deriva capitalistica che si profila sempre più minacciosa.

È un cenno incoraggiante a conferma che i sogni non sono sempre astrattezze e ingenuità, in questo caso esprimono la volontà e la capacità di abitare la complessità economico-finanziaria senza subirla, senza rinunciare all’utile ma senza perdere di vista la dignità della persona, in particolare di quelle più deboli. Non è di poco conto che tutto ciò stia avvenendo in un momento difficile per le istituzioni europee “schiacciate” tra le grandi potenze mondiali e povere di grandi visioni.

La sfida è impegnativa, conforta avere come alleato papa Francesco e quanti come lui, pur con radici di pensiero diverse, sono credibili pensatori e costruttori di un’economia e di una finanza che per amore della verità e della libertà si ribellano alle regole di un mercato aggressivo e divoratore.

Nell’anno che si apre, nel Giubileo della speranza, anche l’economia sociale può scrivere un capitolo importante per la storia, per un futuro più umano, per le nuove generazioni.

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Fonte: Sir