Asiago, nella casa di riposo 50 ospiti positivi. In arrivo rinforzi per il personale decimato
Positivo anche 23 membri del personale su 46, in arrivo a supporto crocerossine e volontari della Croce Rossa. Tutti negativi invece gli ospiti dell'Oic Villa Rosa e si attendono verifiche a Roana. Iniziata la sanificazione degli ambienti dell'ospedale di Asiago dove è stato contagiato un sanitario su tre.
Cinquanta ospiti positivi al Coronavirus sui sessanta presenti nella casa di riposo di Asiago. È questo l’esito drammatico della campagna di tamponi che si è chiusa ieri all’Ipab di viale dei Patrioti 69, decisa dopo che erano risultati positivi alcuni operatori.
«In una situazione in veloce cambiamento, l’aspetto positivo di questa vicenda è che al momento tutti gli ospiti della struttura sono asintomatici, tranne tre che presentano febbre intermittente», ci spiega il sindaco Roberto Rigoni Stern. A essere risultato positivo è anche il 50 per cento del personale in servizio nella casa di riposo. «Si tratta in totale di 23 su 46 ,membri del personale tra oss, infermieri e addetti alle pulizie. A monitorare la situazione e a mantenere relazioni puntuali con le famiglie è il medico dell’Ulss – continua il primo cittadino altopianese – Mentre proprio pochi minuti fa ho sentito il presidente della Croce rossa regionale Francesco Bosa il quale mi ha garantito l’invio di tre crocerossine e due volontari del soccorso a supporto del personale ancora in servizio».
Complesso stabilire come Covid 19 abbia potuto fare il suo ingresso nella struttura e contagiare un numero così ampio di ospiti e dipendenti. Anche perché fin dalla settimana successiva alla comparsa dei primi casi in Veneto, nella casa di riposo erano state introdotte severe misure per l’ingresso da parte delle famiglie degli ospiti. Fortunatamente, nell’altra casa di riposo di Asiago, quella dell’Oic nota come Villa Rosa, nessuno dei 126 ospiti è risultato positivo al tampone. Ora si attendono gli esiti della terza casa di riposo dell’Altopiano, quella della parrocchia di Roana. Anche nel centro San Giuseppe – come sottolineato alla Difesa dal parroco don Lino Prearo e dal sindaco Elisabetta Magnabosco – erano fin da subito state prese misure restrittive molto precise.
Critica invece la situazione nella casa di riposo di Pedemonte – anch’essa intitolata a San Giuseppe – dove ha contratto il virus un cittadino di Rotzo. In questo caso su sessanta ospiti i positivi sono 24, nove sono stati ricoverati nel Covid hospital di Santorso e purtroppo in sette hanno perso la vita.
Un’anziana vittima, una signora di 96, è stata sepolta a Ponte Posta proprio ieri dal parroco di San Pietro, Pedescala e Lastebasse don Sergio Stefani che conferma invece la negatività di tutti gli anziani della casa di riposo di Valdastico.
Per tornare all’Altopiano, è straziante il racconto dell’arciprete don Roberto Bonomo. «Da martedì a questa mattina sono stato in cimitero ben otto volte per dare l’estremo saluto ad altrettanti concittadini. Non per tutti sappiamo se il virus sia stato fatale, di certo attendiamo questa Pasqua con il cuore in gola, ci stringiamo nella preghiera sperando davvero che anche questa difficile situazione nella nostra casa di riposo trascorra senza farsi troppo drammatica».
Ieri intanto dall’ospedale di Asiago sono iniziate le dimissioni dei pazienti Covid. «L’aspetto positivo è che liberare i reparti consente l’inizio della sanificazione – aggiunte il sindaco Rigoni Stern – nella speranza di arrivare presto alla piena operatività del nosocomio. Al momento è attivo un punto di primo soccorso». E a confermare che qualcosa non ha funzionato nella gestione dei contagi sono arrivati ieri i dati dell’Ulss 7 Pedemontana: se nei nosocomi di Bassano del Grappa e Santorso la percentuale dei sanitari affetti da Coronavirus è stata del 9 per cento, ad Asiago si è toccato il picco del 36 per cento. Più di uno su tre.
«Questa emergenza allontanerà ancora la consegna del nuovo ospedale che avrebbe dovuto avvenire anni fa ed era in programma per il prossimo mese di maggio – conclude il sindaco – I lavori sono stati completati, so che anche l’acquisto degli arredi è stato effettuato, occorre attendere le scelte organizzative dell’azienda sanitaria». I prossimi mesi saranno quindi cruciali per capire quali reparti rimarranno in Altopiano e per quali servizi la popolazione dovrà scendere in pianura.