Fino al 7 agosto sono in programma a Ospedaletto Euganeo i “PatroDays 2020”.
«Una proposta alternativa – scrivono gli organizzatori nel materiale di lancio – ma nel rispetto di tutte le normative igienico sanitarie previste dal decreto nazionale, regionale e secondo le linee guida della Diocesi di Padova». Totale sicurezza, quindi.
Diocesi
Fra gli ospiti illustri di villa Immacolata c'è sicuramente il vescovo emerito Antonio Mattiazzo. Tornato più volte durante il ministero che svolse all’estero, a Roma e in Costa d’Avorio, diventato poi vescovo di Padova, ha trascorso alcuni giorni immediatamente precedenti l’ingresso in Diocesi. Ha tenuto incontri, celebrazioni liturgiche, settimane bibliche, esercizi spirituali per laici e ora vi risiede. Tanti quindi i ricordi legati alla casa.
Quest'anno la comunità delle Carmelitane Scalze di Monselice vivrà la festa della Madonna del Carmine in privato
Sono arrivate nel 1949, per "preparare" la casa, come fa una madre. E come una madre la loro presenza è associata al senso di accoglienza, allo stare bene. Sono le suore terziarie francescane Elisabettine che a Villa Immacolata si sono dedicate prima alla gestione pratica della casa e anche a quella economica, ora invece si è fatta più forte la dimensione spirituale. 61 le religiose che hanno prestato servizio dall'anno del loro arrivo a oggi, che sono rimaste in tre: suor Agnese Loppoli, la superiora, suor Milva Rossi e suor Giannagnese Terrazzin.
A Villa Immacolata è forte la presenza delle donne: le Collaboratrici apostoliche diocesane, ma anche le lavoratrici. Ecco tre esperienze della casa: quella di Maria Elisa Baccaglini, part time in cucina, con una formazione e passione per l'arte e il restauro. Le due strade qui possono intrecciarsi e arricchirsi. Silvia De Franceschi e Luisa Ruzza, entrambe Cad, una infermiera, l'altra medico, qui tornano come volontarie.
Nonostante le restrizioni, la città di Padova non rinuncia a celebrare, giovedì 16 luglio, la Beata Vergine del Monte Carmelo nel suo santuario mariano per eccellenza
L'annuncio. Il vescovo Claudio ha comunicato che la collaborazione con le Chiese del Paese latinoamericano si concluderà nella primavera del 2021. Si chiudono così 63 anni di fede e di vita condivisa che chiedono di guardare con coraggio al futuro. Poveri, comunità, fraternità sono tre parole chiave della presenza padovana, dall'Amazzonia alle Ande fino all'oceano
La notizia che le Suore Dorotee avrebbero lasciato la gestione della storica scuola paritaria thienese, era già circolata negli anni scorsi.
C’è ancora qualche posto libero per partecipare sabato 18 luglio a Sulle tracce del futuro, proposta ideata da Pastorale sociale e del lavoro e Pastorale della salute della Diocesi di Padova e destinata a medici, infermieri, operatori sanitari in prima linea durante l’emergenza Covid-19.
A settembre la comunità dei frati minori dovrà abbandonare la parrocchia di San Francesco in Padova, come ha deciso la provincia del Nord Italia dell'Ordine. Si chiude così una presenza iniziata sei secoli fa e interrotta soltanto, per circa un secolo, dai decreti napoleonici.
Settant’anni. Il 16 luglio 1950 cominciavano i primi esercizi spirituali nella casa di spiritualità “sul colle”. Oggi, come allora, il desiderio che anima ogni iniziativa è lo stesso: far incontrare le persone con il Signore. «Questo è il centro: non vogliamo perderlo». "Villa Immacolata è “pane buono”: entrarvi e tornare a casa ci fa riappropriare del nostro essere veramente cristiani"
Ci sono almeno tre chiavi di lettura con cui si può accostare l’incontro residenziale dei vicari foranei con il vescovo Claudio e i vicari episcopali che si è svolto il 22-23 giugno a Villa Immacolata di Torreglia.
«Festeggiare i 70 anni di Villa Immacolata – sottolinea don Federico Giacomin, il direttore della casa di spiritualità diocesana – vuol dire celebrare il primato di una voce che affascina. Voce che dice: vieni in disparte, non ti lascerò solo. È una voce che dice la centralità di Dio dentro la nostra vita, prima di ogni attività...».
La storia di Villa Immacolata si intreccia, per ben 50 anni, con quella di Sante Poggese, classe 1949, arrivato nella casa il 19 marzo 1970 senza sapere cosa fosse una casa di spiritualità. Ma pian piano si è immerso nel clima, nel silenzio, nella preghiera, nella meditazione. Qui ha lavorato per 50 anni, ha vissuto e continua a essere presenza fissa e costante, un volto accogliente e rasserenante, due mani che si danno da fare per curare il giardino o fare altri piccoli servizi. È la memoria storica di questa oasi
Questa estate, è prevista la realizzazione di una sorta di incontri dei gruppi già costituiti, che occuperanno a giornate alterne il patronato: il gruppo dei ragazzi delle medie; quello dei giovanissimi; e quello degli animatori.