70 anni di Villa Immacolata: parla il direttore. "Provocazione continua nella vita dei cristiani"

Settant’anni. Il 16 luglio 1950 cominciavano i primi esercizi spirituali nella casa di spiritualità “sul colle”. Oggi, come allora, il desiderio che anima ogni iniziativa è lo stesso: far incontrare le persone con il Signore. «Questo è il centro: non vogliamo perderlo». "Villa Immacolata è “pane buono”: entrarvi e tornare a casa ci fa riappropriare del nostro essere veramente cristiani"

70 anni di Villa Immacolata: parla il direttore. "Provocazione continua nella vita dei cristiani"

«Che continui a essere una provocazione per la vita dei cristiani»: questo si augura per Villa Immacolata don Federico Giacomin, direttore dal 2008. «Che sia quel giusto dosaggio di lievito nella pasta». Un “lievito” – la casa di spiritualità diocesana – che ha raggiunto il traguardo dei settant’anni di attività e di cui, nel libretto realizzato per l’occasione, il vescovo Claudio scrive: «Non vorrei pensarla solo come struttura – anche se una struttura di settant’anni ha bisogno di essere rivista e normalizzata secondo i criteri del tempo attuale – ma vorrei rilanciarla come città sul colle (Mt 5,14)».

Una città, tre elementi
Il vescovo Claudio, introducendo il libretto per i settant’anni, parla di Villa Immacolata come “pane buono”: «Entrarvi e tornare a casa ci fa riappropriare del nostro essere veramente cristiani». Don Federico, nel video-invito alla festa del 14 luglio, richiama – pensando alla casa – «il primato di una Voce che affascina. Voce che dice: vieni in disparte, non ti lascerò solo. È una voce che parla della centralità di Dio dentro la nostra vita, prima di ogni attività...». Sempre lui, a conclusione della carrellata di interventi che narrano l’anniversario, dice – più e più volte – grazie.
Pane buono, primato di una Voce che affascina, grazie: «Tre “elementi” – sottolinea don Federico – che mi parlano di Villa Immacolata come un dialogo tra esterno e interno. Festeggiamo la dimensione esterna, visibile, della casa di spiritualità diocesana... ma che ci parla di una dimensione interna senza la quale non c’è vita personale, cristiana di sequela, ecclesiale. È un dialogo tra «chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto» (Mt 6,6) e «la città sopra il monte» (Mt 5,14). Villa Immacolata ci parla di quel “segreto”, così come la vita di Gesù è “l’esterno” di quel segreto: il rapporto con il Padre. Come può una vita, anche quella di Villa Immacolata, stare in piedi senza il “segreto” del rapporto di Gesù con il Padre? Chissà quante donne e uomini sono tornati a casa, dopo un’esperienza a Villa Immacolata, affascinati da questo rapporto...».
Il rischio, con una casa “sopra il monte”, è quello di ritirarsi e basta. «Ci vuole equilibrio. Chi si ritira come “stile di vita” è fuori dal mandato di Gesù: “Andate in tutto il mondo...” (Mc 16,15). Lo stesso vale per chi è solo proiettato all’esterno. Viene chiesto a ciascuno di noi, così come alla casa di Torreglia, di verificare il nostro equilibrio tra interno ed esterno, tra visibilità e “segreto”».

Partire e salire
«Mi sono chiesto più volte come mai i nostri padri hanno scelto proprio questo luogo, alle pendici del monte Rua, per una casa di spiritualità... Gesù ha scelto posti “precisi” per stare in compagnia dei suoi discepoli: la casa di Pietro, il lago di Tiberiade, il Getsemani... Nell’esperienza di Dio, i luoghi non sono secondari: l’Oreb, il Sinai, il Calvario... Penso a Villa Immacolata come a un luogo verso cui partire e a cui salire. Il partire è un po’ come prepararsi, salire è predisporre il proprio esterno ed interno. In tanti, in questi settant’anni, hanno compiuto il gesto di partire e salire verso la casa sul colle, verso la bellezza di questo luogo... Una casa che, pur essendo vicina a Torreglia, è comunque fuori. Come la “tenda del convegno”, che Mosè pianta fuori dall’accampamento degli Israeliti... Tenda dove incontra il Signore».

Non perdere il centro
In un anno salgono a Villa Immacolata circa ventimila persone. «In questo 2020, segnato dal Covid 19, in molti sono arrivati anche attraverso la nuova app, attiva da gennaio. Registriamo buoni ascolti anche per la web-radio, nata da circa sette anni. Prima si poteva ascoltarla solo dal sito, ora anche attraverso l’app. Nel periodo del lockdown, ma sta avvenendo anche adesso, proponiamo numerose occasioni per nutrire lo spirito e le persone ne “approfittano”».
La casa accoglie persone di tutte le età: adulti, fidanzati, famiglie, giovani, anziani, consacrati, parrocchie... ma anche gli organismi diocesani di comunione, «così come i preti. Cito due esperienze, in particolare: la formazione per i primi due anni di ordinazione e per i successivi tre; ma anche la proposta per i preti in cambiamento...».
A tutti, la casa di spiritualità diocesana propone l’incontro con Gesù: «Lo facciamo attraverso tutto ciò che può favorirlo: esercizi spirituali, conferenze, ma anche esperienze artistiche, camminate e... molto altro. Lo specifico di Villa Immacolata è non perdere, e far perdere, il centro: cioè la relazione vitale con il Signore. Chi sale alla casa spesso arriva timoroso, perché intuisce che qui potrebbe “succedere qualcosa”. E questo non è sempre percepito come positivo. Poi, vedo mutare il loro volto. Muta perché hanno incontrato il Signore. Questo è il “cuore” dell’esperienza di chi parte e sale a Villa Immacolata. Mi auguro che la casa non perda mai la sua identità. Che non perda mai il centro: far incontrare le persone con Gesù».

La festa

Il 70° di Villa Immacolata si festeggia martedì 14 luglio – anche se la data ufficiale, quando iniziarono gli esercizi spirituali è il 16 luglio – con la messa presieduta dal vescovo Claudio alle 18.30, seguita dalla consegna del testo sui settant’anni. Alle 20 è previsto – nel rispetto delle norme anti Covid – un panino all’aperto per tutti i partecipanti e alle 21.30 si continua a festeggiare con lo spettacolo teatrale Lazzaro, vieni dentro! di Giampiero Pizzol con Carlo Pastori e Marta Martinelli (spettacolo vincitore del bando “I Teatri del Sacro 2011”). I festeggiamenti si svolgono all’aperto e solo se non piove. Info: villaimmacolata.net

Volti, incontri, esperienze... raccolti in un libretto
Debora-Spolverato

A narrare i settant’anni di Villa Immacolata – nel libretto realizzato per l’occasione con le illustrazioni di Debora Spolverato – è Sante Poggese, che l’ha vissuta e servita per cinquant’anni. E continua a farlo! Accanto alla sua voce, raccolta da don Giuseppe Cavallin, c’è quella dei tanti preti che – per motivi diversi – hanno vissuto la casa. Come il vescovo emerito Mattiazzo...

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