Tumori: in calo i tassi di mortalità nell’UE nel 2025, ma resta l’allarme per le donne anziane. Uno studio previsionale sulla migliorata sopravvivenza tumorale nella UE

Nonostante il trend positivo, il numero assoluto di decessi per tumore aumenterà a causa dell'invecchiamento della popolazione

Tumori: in calo i tassi di mortalità nell’UE nel 2025, ma resta l’allarme per le donne anziane. Uno studio previsionale sulla migliorata soprav...

Nel 2025 si prevede una significativa riduzione dei tassi di mortalità per tumori nell’Unione Europea, con un calo stimato del 3,5% negli uomini e dell’1,2% nelle donne rispetto al 2020. È quanto emerge da uno studio coordinato dal professor Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con l’Università di Bologna e pubblicato sulla rivista Annals of Oncology.

La mortalità per tumore della mammella dovrebbe diminuire complessivamente del 3,6% nell’UE e dello 0,8% in Italia. Tuttavia, emerge un dato preoccupante: tra le donne ultraottantenni si prevede un aumento della mortalità del 7% circa rispetto al periodo 2015-2019. Secondo i ricercatori, questa criticità potrebbe essere attribuita alla mancanza di screening regolari e diagnosi tempestive per questa fascia d’età, che ha anche minori probabilità di ricevere i trattamenti più innovativi.

“Le donne anziane non sono incluse nei programmi di screening e probabilmente, rispetto alle donne più giovani, hanno minore giovamento dagli importanti progressi nella diagnosi e nella gestione del tumore della mammella”, ha dichiarato La Vecchia, citando miglioramenti nella chemioterapia, terapia ormonale, immunoterapia, radioterapia e chirurgia che spesso non raggiungono le pazienti più anziane.

Un altro fattore di rischio è l’aumento della prevalenza di sovrappeso e obesità osservato negli ultimi decenni nella maggior parte dell’Europa settentrionale e centrale. Questo fenomeno non è stato controbilanciato da un miglioramento della diagnosi e della gestione della malattia nelle donne anziane, contribuendo all’aumento della mortalità.

Dal 1989 al 2025, grazie ai progressi medici, nell’UE saranno stati evitati circa 373.000 decessi per tumore della mammella. Di questi, il 25-30% è attribuibile alla maggiore diffusione della diagnosi precoce e dei programmi di screening. “Poiché oggi il tumore della mammella può essere curato efficacemente grazie ad approcci innovativi, è essenziale che tutte le pazienti vengano indirizzate a centri oncologici in grado di offrire tutte le terapie necessarie”, ha aggiunto La Vecchia.

Nonostante il trend positivo, il numero assoluto di decessi per tumore aumenterà a causa dell’invecchiamento della popolazione, raggiungendo circa 1.280.000 casi nell’UE e 176.000 in Italia nel 2025. Tuttavia, i tassi standardizzati di mortalità continueranno a diminuire sia per gli uomini che per le donne.

Tra i tumori che vedranno un incremento dei tassi di mortalità vi sono quelli del pancreas (+2% negli uomini e +3% nelle donne) e, per le donne, anche quello del polmone (+3,8%) e della vescica (+2%). In Italia, l’aumento sarà rilevabile solo per il tumore del pancreas e della vescica nelle donne.

“Il fumo rimane di gran lunga la principale causa nota di tumore del pancreas, causando dal 20 al 35% dei casi”, ha spiegato la professoressa Eva Negri, docente dell’Università di Bologna e co-leader della ricerca. “Il diabete e il sovrappeso sono responsabili di circa il 5% dei tumori al pancreas in Europa, aspetto che sta diventando sempre più importante a causa della crescente prevalenza dell’obesità”.

Il tumore del polmone rappresenta la principale causa di morte per cancro tra gli uomini nell’UE (151.000 casi) e in Italia (19.600 casi), mentre il tumore della mammella è la prima causa di morte per cancro fra le donne italiane (13.660 casi). Nell’UE, si stima che nel 2025 il tasso di mortalità per il tumore del polmone supererà quello della mammella tra le donne.

“Gli andamenti di mortalità per tumore continuano a essere favorevoli in tutta Europa. Tuttavia vi sono anche aspetti negativi”, conclude La Vecchia, citando l’aumento dei decessi per tumore del colon-retto nelle persone di età inferiore ai 50 anni in diversi Paesi europei, attribuibile all’aumento del sovrappeso e dell’obesità nei giovani, non coperti dallo screening.

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Fonte: Sir