Incendio in una discoteca in Macedonia del Nord, 59 morti e oltre 155 feriti. Vescovo: “Immenso dolore per la perdita di giovani vite”

Un incendio in una discoteca a Kocani, Macedonia del Nord, ha causato 59 morti e oltre 155 feriti. La struttura era sovraffollata e priva di licenza. Solidarietà dal vescovo di Skopje, da Papa Francesco e dal card. Nemet. Indagini in corso

Incendio in una discoteca in Macedonia del Nord, 59 morti e oltre 155 feriti. Vescovo: “Immenso dolore per la perdita di giovani vite”

59 morti e oltre 155 feriti: è il bilancio tragico dell’incendio scoppiato in una discoteca affollata a Kocani, cittadina a cento chilometri dalla capitale Skopje, nella Repubblica della Macedonia del Nord. Il fuoco è divampato attorno alle 3 della notte del 16 marzo a causa dell’uso di fuochi d’artificio all’interno del locale, il cui tetto era di materiale infiammabile. Secondo il ministro dell’Interno, Pance Toskovski, “nella discoteca si svolgeva un concerto del gruppo Dnk”, molto famoso nei Balcani, “al quale hanno assistito 1.500 persone mentre la capienza era di 250”. Venti feriti gravi sono stati trasportati negli ospedali della Bulgaria, dieci in quelli della Serbia, altri nelle cliniche mediche di Grecia e Turchia. Nella Repubblica della Macedonia del Nord è stato dichiarato lutto nazionale per sette giorni, mentre in segno di solidarietà il 18 marzo sarà giornata di lutto in Serbia e il 17 marzo in Montenegro.

I titoli dei giornali. Questa mattina i titoli dei giornali sono dedicati alla tragedia. “Indagine sull’incendio di Kocani, oltre 20 sospettati della tragedia”, informa “Radio Slobodna Evropa”, mentre il quotidiano “Nuova Macedonia” riporta: “Udienze presso la Procura per le detenzioni per l’incendio di Kocani”. “Il dolore per le vittime nella discoteca di Kocani è immenso, molte domande aspettano ancora una risposta” è invece il titolo del “Giornale Indipendente”, che si interroga su “come sia stato possibile che tali eventi si svolgessero in quella struttura, come mai c’erano minorenni al concerto nelle prime ore del mattino, se la struttura aveva un certificato per l’uso di fuochi d’artificio e chi abbia avuto l’idea di utilizzarli”.

La discoteca senza licenza. Secondo le indagini delle autorità, la discoteca non aveva un sistema di idranti né un numero sufficiente di estintori. Molte vittime non sono morte a causa dell’incendio, ma del caos e della calca durante la fuga seguita al rogo. L’edificio non aveva uscite di sicurezza. Le autorità macedoni informano inoltre che il locale non aveva alcun permesso legale per operare e non esisteva un contratto tra gli organizzatori e la band musicale. Nel corso dell’indagine si sta esaminando anche la documentazione del ministero dell’Economia, responsabile del rilascio delle licenze per le strutture di ristorazione. Sempre secondo il ministro Pance Toskovski, “questa licenza, come molte altre cose in Macedonia, è collegata a tangenti e corruzione”. Il primo ministro macedone, Hristjan Mickoski, ha dichiarato su Facebook che il governo è “pienamente mobilitato e farà tutto il necessario per affrontare le conseguenze e determinare le cause della tragedia”.

Il dolore del vescovo di Skopje. “Ho appreso con immenso dolore la notizia della terribile tragedia di Kocani – ha detto il vescovo di Skopje, mons. Kiro Stojanov – in cui hanno perso la vita tante persone giovani e centinaia sono i feriti”. “A nome mio e della Chiesa cattolica in Macedonia – ha continuato – esprimo le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime, piangendo la perdita di così giovani vite”. Affidando i defunti alla misericordia di Dio, il vescovo di Skopje chiede “l’intercessione della Vergine Maria per i feriti, le loro famiglie e coloro che lottano per la propria vita affinché abbiano una pronta guarigione, forza e conforto”.

La solidarietà dei cattolici locali. Ieri sera, alle 19, presso la chiesa parrocchiale “Natività di San Giovanni Battista” di Strumiza, mons. Kiro Stojanov ha celebrato una messa per le vittime della tragedia di Kocani e, insieme a tanti sacerdoti e fedeli, ha recitato il santo rosario per i feriti, le famiglie degli afflitti e per tutti coloro che aiutano e lottano per le loro vite. Nel suo discorso, il vescovo di Skopje ha sottolineato che “come Chiesa preghiamo insieme non solo nei momenti di gioia ma anche di dolore come questo”. Ha trasmesso le condoglianze di Papa Francesco espresse in un telegramma indirizzato a mons. Stojanov e ha raccontato che il Santo Padre ha promesso la sua vicinanza spirituale ai feriti e la preghiera per le vittime, invocando il conforto celeste per quanti soffrono le conseguenze di questa prova difficile.

Il messaggio del card. Nemet. In occasione della tragedia, la sua solidarietà è stata espressa anche dal card. Ladislav Nemet, arcivescovo di Belgrado, che prova “grande dolore per la tragica perdita di vite umane”. Il porporato porge le sue più sentite condoglianze, anche a nome della Chiesa cattolica in Serbia, alle famiglie delle vittime e ringrazia tutti coloro che aiutano e stanno lottando per salvare ogni vita umana e chi è vicino alle famiglie delle vittime. Il cardinale prega per il riposo delle anime dei defunti e chiede la misericordia di Dio per loro, mentre si sente solidale con chi ha perso i propri cari e “invoca Dio Onnipotente, Padre di tutti, affinché aiuti e conforti le loro famiglie e conceda guarigione e conforto ai feriti il prima possibile”.

Iva Mihailova

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Fonte: Sir