Diocesi

Etiopia. Il Natale - che si celebra il 7 gennaio, come nelle Chiese orientali – è segnato dalla guerra civile in corso nel Nord del Paese, che sta creando gravi conseguenze sociali ed economiche. «La Chiesa si pone come segno e partecipa alle difficoltà delle persone»

Le storie che proponiamo in queste pagine sono buone notizie, sono storie di incarnazione. Le storie sono sempre affascinanti perché raccontano di persone, di valori, di passioni e scoramenti, di amori e di tradimenti, di emozioni e sentimenti, di speranze e delusioni, di fragilità e di forza d’animo e sono capaci di comunicare più di tante teorie, valutazioni, argomentazioni astratte... Tutto si semplifica e si fa chiaro di fronte a una storia.

«L’immagine che mi viene in mente quando penso al nostro Natale è proprio quella del presepe con il villaggio e tutti i vari personaggi. Noi siamo così: c’è l’ostetrica, chi lavora in ufficio, chi insegna, chi si sposta in autostrada, chi studia. Siamo tutti indaffarati, ma l’aspetto interessante è l’essere tutti insieme».

Cheng, Adelina, Antonio: sono solo tre delle numerose persone che, grazie ai volontari Caritas – in rete con vari soggetti del territorio – hanno ricominciato a guardare al futuro con fiducia. Cheng, arrivato in Italia dieci anni fa, a causa della pandemia ha perso il lavoro. Poi si è ammalato. Grazie a un lavoro in rete è riuscito a tornare dalla sua famiglia