Chiesa nel mondo

“Vergine Immacolata, avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino per la pace che da tempo chiediamo al Signore. Invece devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani, dei padri e delle madri, dei giovani di quella terra martoriata. Ma in realtà noi tutti sappiamo che tu sei con loro e con tutti i sofferenti, così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio. Grazie, Madre nostra! Guardando a te, che sei senza peccato, possiamo continuare a credere e sperare che sull’odio vinca l’amore, sulla menzogna vinca la verità, sull’offesa vinca il perdono, sulla guerra vinca la pace. Così sia!”. 

La solennità dell’Immacolata ci trova, quest’anno, immersi in un profondo senso di impotenza: la Terza guerra mondiale, che ci eravamo abituati a vedere nei suoi “pezzi” lontani e fuori dai nostri interessi, è ora divenuta vicina, vicinissima, a poche ore di volo dal nostro Paese, sul suolo europeo. Contemplare il dono di grazia che ha portato Maria a diventare quotidianamente, con le sue scelte, donna di fede, di speranza e di carità, significa allora recuperare la voce per dire: “io posso”, “noi possiamo”

Prima che fosse il genere umano, Lei era là, sapienza di Dio che darà alla luce la sapienza della Parola. Madre senza macchia, figlia del suo figlio: mare e sorgente, incrocio tra il divino e l’umano, tessuto di carne per il Dio Altissimo; corpo di luce, membra trasparenti, impastate già di Resurrezione per dare alla luce la fine delle tenebre. Nuova Eva, Eva restituita, fin dal concepimento! Tutto questo è Maria, l’Immacolata. Pura ma non incorporea, al contrario, donna sino in fondo, liberata da ogni “macchia” di inferiorità rispetto al maschile e da ogni mancanza di dignità, rispetto a Dio

Si è conclusa con l'ennesimo appello per la pace in Ucraina, e l'invito a pregare per "quanti sono provati dalla brutalità della guerra", l'udienza del Papa. Al centro della catechesi, la conferma della buona scelta, al termine del processo di discernimento

L’avventura che sant’Ignazio prima, e Papa Francesco poi, ci invitano a intraprendere, è quella di guardare la realtà, prendendo le redini della nostra vita interiore; osservare i nostri veri moventi (il principio), lo sviluppo di un pensiero che guida l’agire (il mezzo) e l’esito di questo processo (il fine), significa far parlare la vita vera, e decidere nella libertà come rispondere, smettendo di essere semplicemente il veicolo di forze pulsionali, cieche e impersonali che vorrebbero guidarci brutalmente, ma diventando piuttosto persone a tutto tondo, responsabili della propria testa e del proprio cuore, delle proprie decisioni e delle proprie scelte

Nella riunione del 25 e del 26 novembre, il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo della Cei ha approvato 73 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati 9.837.800 euro così suddivisi: 4.422.196 euro per 26 progetti in Africa, 3.499.455 euro per 35 progetti in America Latina; 1.274.644 euro per 11 progetti in Asia; 641.505 euro per 1 progetto in Medio Oriente.

Michela, Antonio, Mirta: sono solo alcune delle persone che hanno conquistato l’autonomia economica grazie al lavoro di squadra di don Giorgio Fois e delle volontarie della parrocchia S. Pio X nel rione più popoloso del capoluogo del Sulcis, Iglesias.

Quando si pensa ad una missione è più facile immaginarla in un luogo dove manca ogni tipo di confort e le strade sono polverose, invece i sandali di alcuni religiosi percorrono quotidianamente anche strade ben asfaltate, piene di traffico e che si svolgono tra vetrine di negozi e palazzi. È questo l’esempio dei Carmelitani scalzi a Bruxelles, presenti con la loro missione già dal 1600 con la generazione subito dopo quella di santa Teresa di Gesù, la fondatrice della congregazione assieme a san Giovani della Croce, e dal 1993 retti dalla provincia veneta con tre frati, tra il quali il priore padre Stefano Conotter che sente la responsabilità del loro incarico, “abbiamo ereditando una storia molto lunga e anche gloriosa”